Tarfusser rivela: "Ho denunciato la Pg Nanni"

In cauda venenum, il veleno alla fine. Sono gli ultimi giorni di Cuno Tarfusser come sostituto Pg a Milano

Tarfusser rivela: "Ho denunciato la Pg Nanni"
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In cauda venenum, il veleno alla fine. Sono gli ultimi giorni di Cuno Tarfusser come sostituto Pg a Milano. Ad agosto l'ex vicepresidente della Corte penale internazionale compirà 70 anni e andrà in pensione. O forse a Strasburgo, se venisse eletto con Azione alle Europee del prossimo 8 e 9 giugno, circoscrizione Nord-Ovest. Nella sonnacchiosa campagna elettorale il suo debutto mediatico fa rumore: «Ho denunciato alle autorità competenti alcuni comportamenti della Procuratore generale di Milano Francesca Nanni che ritengo degni di approfondimento». È lo strascico di un braccio di ferro iniziato con il suo superiore sulla richiesta di revisione per la Strage di Erba, depositata senza concordarla con il Pg, che ne rivendicava l'esclusiva. La Nanni ha chiesto che la Disciplinare del Csm prendesse provvedimenti, Palazzo Bachelet li ha sentiti entrambi e lo scorso 27 febbraio è arrivata la censura. Un buffetto per Tarfusser, che però si è ritrovato un fine carriera sporcato inesorabilmente. Ieri a Edoardo Montolli nel podcast Il Grande Abbaglio su Youtube, Tarfusser ha rivelato che «rileggendo e risentendo gli atti e le sue dichiarazioni» come testimone nel processo disciplinare ha trovato qualcosa che non tornava, ha preso carta e penna e il 27 marzo scorso l'ha denunciata, pare al Csm ma anche alla Procura della Repubblica di Roma. Nessuno sa quali siano i rilievi mossi né che fine farà la denuncia. La Nanni non commenta. D'altro canto, però, le motivazioni della censura non sono state ancora depositate, nonostante siano passati più di 90 giorni. E questo dà nuova linfa all'arrabbiatura di Tarfusser: «Dopo essere stato sanzionato per il grave crimine di lesa maestà, vengo ora privato del diritto di conoscere le ragioni di questa assurda condanna e del diritto di difendermi».

Il 10 luglio la Corte d'Appello di Brescia deciderà quali nuove prove della difesa verranno eventualmente ammesse e sapremo se la condanna all'ergastolo a Olindo Romano e Rosa Bazzi («frutto di errori e senza prove», dice Tarfusser) verrà messa in discussione.

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