"Da Tavares promesse non mantenute". Sciopero pronto in Usa

Stellantis: Tavares nel mirino del sindacato Uaw (United auto workers) negli Usa

"Da Tavares promesse non mantenute". Sciopero pronto in Usa
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Negli Stati Uniti il sindacato Uaw (United auto workers) dalle parole è pronto a passare ai fatti. «Stellantis ha fatto una promessa contrattuale di investire in America e non gli permetteremo di sottrarsi», avverte il presidente dell'organizzazione Shawn Fain.

Torna così prepotentemente alla ribalta il malcontento negli Usa sulle azioni messe in atto dall'ad Carlos Tavares nel mercato, tra l'altro in forte difficoltà, più importante per il gruppo. E neppure dalla recente missione del top manager negli Usa sembrano essere arrivate rassicurazioni per il rappresentante dei lavoratori. Ecco perché «una supermaggioranza» di membri del Los Angeles Parts Distribution Center, centro di distribuzione di ricambi del gruppo, ha votato per l'autorizzazione a scioperare.

Tra l'altro, il 9 e il 10 ottobre è previsto che il cda di Stellantis si riunisca proprio negli Usa. Una coincidenza che potrebbe servire al sindacato Uaw per esprimere tutte le preoccupazioni, visto anche il profit warning sui conti, direttamente al presidente John Elkann e agli azionisti del gruppo.

Intanto, in una lettera inviata alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, le associazioni dei concessionari in Europa di Stellantis, espongono tutti i problemi relativi alla vendita di auto elettriche. Indirettamente, il messaggio è rivolto anche a Tavares che insiste su questa strategia. «Attualmente - si legge - le reti di distribuzione di Stellantis stanno riscontrando notevoli difficoltà nel soddisfare i severi obiettivi per le vendite di veicoli elettrici, imposti sia dal produttore sia dalle imminenti normative Ue, mentre le condizioni di mercato non supportano ancora tale crescita dei volumi».

E ancora: «Esiste una crescente riluttanza della clientela verso l'acquisto di auto a batteria». Segue l'esortazione a Bruxelles affinché «prenda in considerazione modifiche legislative che faciliterebbero una transizione più graduale verso i target del 2035».

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