Tax-day, rischio flop. Il governo è preoccupato dal crollo delle entrate

Il Tesoro teme mancati incassi dalla scadenza che non ha voluto rinviare. Spunta l'ecotassa

Tax-day, rischio flop. Il governo è preoccupato dal crollo delle entrate

Al lavoro senza sosta sulla riforma fiscale, che si annuncia più complicata del previsto. Ma anche sui versamenti delle imposte, che stanno dando non pochi pensieri al governo e, in particolare, al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri.

Il gettito è in calo a causa del rallentamento dell'economia. E questo dato è già stato in qualche modo metabolizzato e ufficializzato almeno per i primi mesi della pandemia.

L'incertezza più grave al momento è quella che riguarda i famosi versamenti del 20 agosto. Ancora non ci sono dati ufficiali, ma i riflettori del Mef sono puntati sulle cifre che dovrà fornire il dipartimento Finanze del Ministero dell'Economia sulla scadenza che quasi tutti chiedevano di rinviare, ma che il governo ha deciso di confermare. La ragione è che un gettito sotto le aspettative, molto probabile, creerebbe problemi alle casse dello stato. E potrebbe aprire le porte ad una scelta che nei mesi scorsi i commercialisti hanno previsto - e stigmatizzato - cioè una proroga ex post della scadenza. A beneficio dei tanti che non hanno pagato.

Contribuenti ancora in difficoltà a causa del lockdown e in assenza di quel rimbalzo nei consumi e negli ordinativi che tutti si aspettavano ma che tarda a venire.

Altra scadenza che preoccupa è quella del 15 ottobre quando scadrà la moratoria nel pagamento delle cartelle. Il fisco starebbe già preparando controlli su 9 milioni di contribuenti. E ieri è stata anche ipotizzata una «pace fiscale», una sanatoria, questa volta non per fare cassa ma come presa d'atto del fatto che tanti contribuenti in difficoltà, non ce la fanno.

Situazione che rende ancora più difficile la riforma fiscale annunciata dal ministro Gualtieri. Difficile trovare una categoria di contribuenti privilegiati dai quali attingere le coperture per la riforma che dovrà «autofinanziarsi».

Al momento al Mef si studiano soprattutto le ecotasse. Ed è rispuntato dai cassetti il primo progetto del ministro dell'Ambiente Sergio Costa, che mira ad aumentare l'imposizione fiscale sulle attività considerate inquinanti.

Nella prima vresione si prendeva di mira anche il regime fiscale agevolato sul gasolio, sia da autotrazione sia quello da riscaldamento. Piano svanito durante il periodo della pandemia, che però potrebbe rispuntare in occasione della riforma del fisco.

In particolare si punta ad aumentare la tassazione sul gasolio tanto da farlo costare quanto la benzina, annullando ogni vantaggio economico ad acquistare autovetture diesel. Tabu, invece, un aumento delle tasse sul riscaldamento. Anche perché le alternative eco, non sono ancora mature o disponibili.

Altro tema «fiscale» che potrebbe tenere banco in autunno, la proposta del direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini di raccogliere le norme in testi unici e semplificare il sistema.

Ieri Matteo De Lise, presidente dell'Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) e Maria Pia Nucera, presidente dell'Associazione dei dottori commercialisti (Adc) hanno proposto di partecipare alla riscrittura delle norme.

Ma non

con l'Agenzia delle Entrate come interlocutore, secondo le due associazioni: «Il compito eventualmente - spiegano De Lise e Nucera - non spetterebbe all'Agenzia delle Entrate, ma alla politica insieme a noi commercialisti».

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