Il team: "L'ultima pole la dedichiamo a lui"

L'ex ad aveva chiesto di «togliere il sorriso ai tedeschi». A Hockenheim la Rossa ci proverà

Il team: "L'ultima pole la dedichiamo a lui"

Sorride ma potrebbe sorridere di più Sebastian Vettel nel giorno della pole position numero cinquantacinque in carriera, soprattutto la seconda pole nel Gran premio di casa, davanti al suo pubblico, un pubblico reso più suo dalla vicinanza del circuito di Hockhenheim a Heppenheim, il paesino tutto fräulein, wurstel e crauti da dove è partita la sua avventura. Sorride ma gli occhi rivelano una gioia che non può e non deve essere la stessa di altri giorni. La Ferrari lo sa, il team lo sa, i piloti lo sanno, lui sa che qualcosa sta succedendo ed è qualcosa che cambierà di nuovo e per sempre la nazionale rossa.

«Grande emozione oggi...» dice via radio, ma anche quel suo dire figlio dell'istinto, dell'adrenalina, è un dire che suona diverso in un pomeriggio così. E quella frase, «l'emozione», «grande», «oggi», in altri momenti frase semplice, addirittura banale, assume mille significati e forse, e purtroppo, un significato in più. Perché questo giorno non è il solito giorno. Mentre ancora non sono stati annunciati i nomi di chi prenderà il posto di Sergio Marchionne nel duplice ruolo di presidente e di amministratore delegato della Rossa, per il paddock di Hockenheim, attorno ai mega tir luccicanti di rosso abitati durante il week end di gara da piloti, manager, tecnici e ospiti della Ferrari, il pensiero unico sono l'aggravarsi improvviso delle condizioni del patron e quanto possa essere beffardo il dio dei motori. Perché è la Germania questa, è la casa della Mercedes, la casa della squadra che con invadente prepotenza ha monopolizzato gli ultimi anni del mondiale di F1, proprio le stagioni di Marchionne presidente. Un patron arrivato da tifoso tiepido e scopertosi dopo pochi mesi ultrà del Cavallino. Sembra ieri, quando uscendo da Monza lo scorso settembre, dopo la doppietta tedesca nel Gp d'Italia, Marchionne non era riuscito a trattenersi: «Mi girano le palle, voglio che si lavori per togliere quel sorrisetto dalle loro facce». La faccia, nello specifico, non era quella dei piloti rivali, del vincitore del Gp d'Italia Hamilton, era quella di Dieter Zetsche, gran capo Mercedes, l'alter ego germanico di Marchionne, baffuto e sorridente ad applaudire i suoi in casa Ferrari.

La pole di ieri fa sognare, «la dedichiamo

a lui» dice il team principal Arrivabene. Ma è oggi la gara da non sbagliare. Vettel non ha mai vinto il Gp di casa. Motivo in più per cancellare l'affronto di Monza e mandare un abbraccio grande al presidente ultrà.BCLuc

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