A Teheran scorte d'uranio già 18 volte oltre il limite

Le scorte di uranio arricchito accumulate dall'Iran superano di oltre 18 volte il limite autorizzato dall'accordo sul nucleare del 2015

A Teheran scorte d'uranio già 18 volte oltre il limite

Le scorte di uranio arricchito accumulate dall'Iran superano di oltre 18 volte il limite autorizzato dall'accordo sul nucleare del 2015 (Jcpoa) secondo un rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea). Stando alle stime di metà maggio, Teheran ha così aumentato le sue riserve totali a 3.809,3 kg, contro i 3.197,1 kg di febbraio, lontano dal tetto di 202,8 kg su cui si era impegnata col Jcpoa. In un rapporto riservato, a cui l'agenzia Efe ha avuto accesso a Vienna, gli ispettori internazionali precisano che il 15 maggio l'uranio arricchito al 60% aveva raggiunto i 43,1 chilogrammi, il 23,7% in più rispetto all'inizio di marzo, quando era stato diffuso il precedente rapporto trimestrale. Nel caso dell'uranio arricchito al 20%, l'aumento registrato nelle ultime settimane è stato il più notevole, passando da 182,1 kg a 238,4 kg, il 31% in più rispetto a inizio marzo. L'Iran giustifica la produzione di uranio arricchito fino al 60% come materiale destinato a scopi medici.

Nel complesso, le riserve di uranio arricchito, ammontavano a metà maggio a 3.491,8 chili, rispetto ai 300 chili consentiti in base all'accordo sul nucleare firmato dall'Iran con le sei grandi potenze nel 2015. Inoltre, l'Iran ha altri 238,9 kg di uranio sotto forma di ossido, 48,1 kg di uranio in lastre per combustibili nucleari e 30,6 kg di uranio sotto forma di scorie liquide e solide, il che aumenta la quantità di uranio fino a 3.809,3 kg. Non solo: mentre la produzione di questo materiale fissile continua a crescere, con un possibile duplice uso, civile e militare, l'Iran continua a limitare nel proprio territorio le ispezioni da parte dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica. In particolare, gli iraniani negano agli ispettori di visitare qualsiasi tipo di struttura senza preavviso, né garantiscono l'accesso ai dati di sorveglianza elettronica sulla produzione dell'uranio arricchito. Secondo il direttore generale dell'agenzia, Rafael Grossi, queste restrizioni, iniziate nel febbraio 2021, stanno «influendo gravemente» sulla capacità di verifica e controllo degli ispettori nel Paese.

Tra l'altro ieri l'Aiea ha pubblicato un altro rapporto sul rispetto dell'accordo di salvaguardia nucleare in Iran, in cui l'agenzia si dice a conoscenza di tracce fissili in tre impianti fino a ora non dichiarati nucleari.

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