Una sala segreta all'interno del Campanile di Giotto, a Santa Maria del Fiore. Blindata e inespugnabile custodiva le offerte in denaro, l'oro, i gioielli e le preziose suppellettili utilizzate nelle celebrazioni religiose nella Cattedrale fiorentina. Non solo. Assieme alla stanza del tesoro sono stati trovati anche tre locali utilizzati a quel tempo come bagni.
Clamorose scoperte che si devono alla tenacia di un gruppo di professori e ricercatori dell'Università di Firenze e del Politecnico di Torino. Una campagna di analisi e studi mai realizzata prima d'ora sul monumento. Ne sapremo comunque di più domani mattina nel corso del convegno «Il Campanile di Giotto-Studi e ricerche per la conservazione» che si terrà nell'Antica Canonica di San Giovanni (piazza San Giovanni 7), davanti al Duomo.
La sala del tesoro - concepita al tempo del cantiere diretto da Andrea Pisano a metà del Trecento e in uso per circa un secolo - si trovava nella base del Campanile. Era facilmente accessibile dalla chiesa, grazie alla porta aperta in alto nel fianco di Santa Maria del Fiore e a quella posta di fronte alla creatura di Giotto. Nella sala al piano terra del Campanile sono state indagate due intercapedini della parete est. E le indagini hanno evidenziato che queste aperture sono connesse a delle ampie cavità verticali, estese quasi all'intera altezza della parete, collegate fra di loro in alto. Gli studiosi hanno anche accertato che l'attuale porta della sala è stata inserita in canali verticali che già esistevano. La conclusione più probabile è che si trattasse, nel caso del grande vano sopra la porta concluso dalle due guide in basso, di uno spazio destinato ad alloggiare la grata a scorrimento verticale, alla quale era affiancata la piccola cavità utilizzata come spazio per i contrappesi. Le ragioni che hanno indotto a creare questa sala attrezzata con una specie di allarme per la protezione sembrano appunto legate all'utilizzo come sala destinata a contenere questo tesoro della Cattedrale.
E pensare che il Campanile di Giotto, analizzato da più generazioni di studiosi sotto differenti punti di vista, sembrava non poter più riservare novità architettoniche degne
di nota. Tuttavia i nuovi studi di diagnostica architettonica e strutturale hanno evidenziato molti aspetti inediti, alcuni dei quali sono inerenti ai cantieri dell'epoca di Giotto, di Andrea Pisano e di Francesco Talenti.
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