Thriller Puigdemont: sparito di nuovo

Compare dal nulla, scortato in piazza, poi il comizio. Arrestati due agenti suoi complici

Thriller Puigdemont: sparito di nuovo
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Dal ponte delle spie di Istanbul, al gioco di ombre di Barcellona. Sembra di essere tornati ai tempi della guerra fredda, con un capopopolo sui generis come Carles Puigdemont che prima si materializza dal nulla, dopo sette anni di latitanza e poi come un qualsiasi Houdini sparisce, con la complicità della sua comunità e della polizia locale. Da un lato la Catalogna, protagonista ieri di una giornata surreale, preparata nei dettagli dall'entourage del leader secessionista giunto in mattinata per un comizio in stile «pride», pur di prendersi la scena nel giorno del voto del nuovo governatore.

Dall'altro un paese che deve fare i conti con una sorta di polizia parallela, il Mossos d'Esquadra che ha permesso la fuga di Puigdemont: due agenti infatti sono stati arrestati dai colleghi quando il suo veicolo è stato usato per fuggire. Si parla apertamente di staffette e fuggiaschi nascosti nei portabagagli di utilitarie, per un ritorno ai mezzi del passato nell'epoca dell'intelligenza artificiale e dei droni. Nel mezzo la bufera politica connessa alla provocazione di Puigdemont, dal momento che il suo sostegno al governo Sanchez, indispensabile per la sopravvivenza stessa dell'esecutivo, era legato alla concessione dell'amnistia. Beneficio che, pur previsto da una leggina ad hoc, è stato bloccato dalla corte suprema spagnola.

Il premier Pedro Sánchez è il principale responsabile dell'impunità del leader secessionista catalano, attacca a testa bassa il numero uno di Vox, Santiago Abascal, che nelle stesse ore in cui Puigdemont si manifestava per le strade catalane ha organizzato una contromanifestazione per chiedere il rispetto della legge e il suo arresto. «Il premier agisce come un miserabile, ed è responsabile della distruzione dello Stato di diritto in Spagna - ha aggiunto il capo della destra spagnola perché ha bisogno del sostegno di politici come Puigdemont che si comporta come un delinquente comune». Stesso cliché seguito dal Partito popolare, che con il segretario Cuca Gamarra accusa il socialista in sella al governo di essere il «responsabile ultimo» di quanto accaduto all'ex presidente catalano. Gamarra inoltre punta il dito contro l'intelligence iberica, rea di non aver monitorato Puigdemont «perché il capo dell'esecutivo ha voluto cosi, mentre al leader separatista è stato messo un tappeto rosso».

Il sostegno del Mossos a Puigdemont ha provocato la reazione di Jupol, il principale sindacato di polizia spagnolo che ha definito «scandaloso e vergognoso» l'operato dell'agente della polizia regionale catalana che favorito la fuga da Barcellona dell'ex presidente della Catalogna, su cui pende un mandato di cattura. Si è trattato di «un'inammissibile negligenza del dovere», per uno schema già andato in scena nel 2017 in occasione del referendum illegale, quando sia la Polizia nazionale che la Guardia civil denunciarono la connivenza dei colleghi catalani.

Per le strade spagnole intanto si sono registrate code e rallentamenti, a causa dei controlli (tardivi) intensificati per intercettare Puigdemont, che di fatto ha aperto ieri una fase nuova della sua parabola politica, portando un ulteriore elemento di imbarazzo per il premier Pedro Sanchez.

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