Il "Times": da pericolo a leader più popolare

Il giornale britannico esalta la leader di Fdi: autorevole anche in Europa

Il "Times": da pericolo a leader più popolare

«Di una cosa vanno sicuramente fieri gli inglesi: di non auto-elogiarsi mai». E se a dirlo è un poeta e pittore britannico, fieramente avverso alle etichette e a ogni forma di sciovinismo come Wyndham Lewis, c'è da credergli. Acquistano quindi particolare rilievo le «lodi» che il britannico Times nella sua edizione domenicale, la più diffusa e dunque la più prestigiosa, ieri tributava alla premier italiana Giorgia Meloni, provenendo da chi solitamente è avaro di complimenti per gli altri ma soprattutto per sé.

Il corrispondente Peter Conradi offre un bilancio lusinghiero dei primi cento giorni della Meloni e dice che la leader di Fratelli d'Italia ha saputo in appena tre mesi ribaltare le più infauste previsioni. Pessimismo, spiega Conradi, che aleggiava da tempo tra gli osservatori internazionali che seguivano la campagna elettorale. Troppi nostalgici del fascismo nelle file del suo partito, era la voce diffusa, per non parlare delle invidie dei due alleati/competitor (Salvini e Berlusconi) che hanno alle spalle ben altra esperienza di governo. Il pessimismo era alimentato anche dalla diffidenza della Meloni verso i mercati finanziari e verso le istituzioni europee.

Eppure in poco più di tre mesi ha saputo azzerare il pessimismo degli osservatori internazionali mettendo a segno una serie di obiettivi davvero apprezzabili. A iniziare da quella legge di Bilancio che secondo il Times è stata confezionata a tempo di record. Senza, si aggiunge, scontentare Bruxelles. E poi quel tenere testa agli alleati con «autorevolezza indiscussa». Per finire ai contratti con la Libia sul fronte energetico.

Il giornale britannico, poi, riconosce alla Meloni anche il grande merito di aver dato vita a una piccola formazione di destra e di averla trasformata con caparbietà e impegno in quel grande partito conservatore capace, ora, di dettare le regole del gioco politico nel Paese. Anche il lato umano della premier viene illuminato a beneficio dei lettori inglesi. La donna è sempre rimasta, rivela Conradi, fedele a sé stessa e ai suoi principi. Senza aver messo a disposizioni due immagini di sé, risultando schietta e diretta nei passaggi televisivi e in quelli parlamentari come nelle occasioni più private e familiari. Il suo senso dello Stato, poi, e la sua proverbiale forza di carattere ne hanno assicurato il successo. Il Times rivela anche che le sue grandi capacità la rendono simile a una nerd (che nell'articolo viene citata nella doppia versione italiana/inglese facendo conoscere ai lettori del giornale il vocabolo secchiona). Insomma le aspettative sono state del tutto ribaltate. E l'articolo cita il risultato di una recente ricerca della società demoscopica americana Morning consultm secondo la quale la premier italiana si piazza al quarto posto nella classifica di gradimento dei capi di Stato, superando tra l'altro Joe Biden e comunque risultando essere la leader europea più apprezzata.

Con il 48% dei consensi (conquistato a onor del vero prima dell'inciampo sulle accise dei carburanti) la Meloni è il primo leader europeo davanti all'irlandese Varadkar (42%) e allo spagnolo Sanchez (37%), staccando «colleghi illustri» come il presidente francese Emmanuel Macron e il nuovo cancelliere tedesco Olaf Scholz, entrambi fermi al 31% dei consensi esattamente come il britannico Rishi Sunak.

Una punta di veleno, tuttavia, permane, nella considerazione degli inglesi se nel titolo dell'articolo si insiste a definire la nostra premier come «erede di Mussolini».

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