Da oggi la Toscana non è più 'rossa'. Con le vittorie del centrodestra a Siena, Pisa e Massa è finita l'egemonia del Pd e della sinistra che, ora, su 11 capoluoghi, ne governa solo tre: Firenze, Prato e Lucca.
Una trasformazione impressionante se si pensa che, nel 2013, governava dovunque, ad eccezione di Prato. Nel corso degli ultimi cinque anni, che coincidono con l'ascesa e il declino di Matteo Renzi, Livorno e Carrara sono andati al Movimento Cinque Stelle, mentre tutti gli altri capoluoghi ora sono in mano al centrodestra che, tra un anno, avrà la possibilità di espugnare anche Firenze e Prato. A Siena, Pisa e Massa, dal dopoguerra ad oggi, aveva amministrato solo la sinistra o il centrosinistra. Tre sconfitte che bruciano e che sono state dettate dalle divisioni interne e non sono stati sufficienti i tentativi di ricomposizione compiuti tra il primo e il secondo turno.
Anzi a Siena, città sconvolta dalla crisi del Monte dei Paschi, "credo che sia stato proprio l’accordo tra i due ex sindaci, Piccini e Valentini, ad averci fatto vincere", spiega a ilGiornale.it il deputato di FdI, Giovanni Donzelli. "Entrambi, per tutta la campagna elettorale, avevano raccontato di essere in antitesi ma poi si sono messi d’accordo. I senesi hanno rivisto il film dei tempi in cui, per spartirsi il malloppo del Monte dei Paschi, la politica di giorno litigava e di notte faceva pace per non perdere il potere", aggiunge Donzelli. Non solo. "Pochi giorni dopo l’apparentamento abbiamo trovato una gara d’appalto da 4,5 milioni di euro, indetta dal Comune, e vinta da una società di cui Piccini era stato procuratore speciale. Hanno dato l'impressione è che ci fosse un sistema di potere che voleva auto-mantenersi e così, gli elettori di sinistra o non sono andati a votare o hanno votato per noi". Con queste vittorie "è stato spazzato via non solo il potere renziano ma quello della sinistra che ha gestito il potere con grande arroganza. Anzi i renziani non si sono proprio fatti vedere in campagna elettorale perché sapevano che sarebbe stato peggio per loro". "Noi, invece, abbiamo vinto mescolando il civismo con i partiti tradizionali del centrodestra, anche se non è stato facile.
A un certo punto - racconta Donzelli - Lega e Forza Italia avevano litigato e volevano andare divisi in tutte e tre le città. Ho offerto io un pranzo, lo hanno chiamato “il patto della gricia” e in quella occasione abbiamo scelto questi tre candidati civici che sono frutto di una mediazione".
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