Quei movimenti strani, l'agire con circospezione, il cambio di umore di Walter Biot avevano insospettito i colleghi, tanto che qualcuno aveva informato i superiori riguardo al nuovo atteggiamento del Capitano di fregata. Così lo Stato Maggiore Difesa ha pensato di mettere alcune telecamere nascoste, a partire dal 18 marzo scorso, che almeno in tre video successivi ritraggono l'ufficiale fotografare il monitor del computer all'interno del suo ufficio e quindi documenti classificati. Nei filmati si vede l'uomo prendere poi la scheda Sd e inserirla nel bugiardino di una scatola di medicinali.
Il metodo di consegna ai russi, secondo quanto risulta dalle carte, era semplice. Biot partiva in auto e si faceva trovare nel parcheggio di un supermercato di Spinaceto, a Roma. Lì incontrava il contato dell'ambasciata russa, che arrivava prima in metro e, quindi, in auto. Già alla prima registrazione video i carabinieri del Ros hanno messo microspie e videocamere nella vettura dell'ufficiale di Marina. E sono riusciti a registrare tutto quanto. All'ultimo appuntamento, quello in cui è stato colto in flagrante mentre consegnava materiale in cambio di 5mila euro, sono scattate le manette.
L'indagine, svolta appunto dal Reparto operativo speciale dell'Arma su delega del procuratore di Roma Michele Prestipino e del sostituto Gianfederica Dito, ha portato il gip di Roma a scrivere nell'ordinanza che si tratta di un traditore «senza scrupoli», di «estrema pericolosità», che è arrivato a vendere informazioni che possono compromettere la sicurezza dello Stato solo per ragioni di soldi.
Lui dal carcere prova a discolparsi e dice di essere pronto a farsi interrogare. Almeno è ciò che ha riferito al suo legale, l'avvocato penalista Roberto De Vita, nel colloquio svoltosi ieri nel carcere di Regina Coeli. I due hanno discusso della linea difensiva che probabilmente si baserà sul giustificare il gesto a causa del momento di difficoltà economica e dei problemi di salute della figlia. Una ragione che, comunque, non può giustificare la gravità del reato.
«Le informazioni di cui potevo disporre - ha spiegato Biot al suo avvocato - secondo le abilitazioni del mio incarico, erano informazioni non di interesse militare operativo e militare strategico. E quindi le contestazioni che mi vengono mosse possono riguardare fatti di bassissima rilevanza. Non potevano per definizione compromettere l'interesse nazionale». In realtà, l'esame dei documenti trafugati è in corso e non si esclude che venga apposto il segreto di Stato. Da decidere anche la competenza: procura militare o civile.
Dalla sua De Vita chiarisce: «Chiederemo di essere ascoltati dalla Procura di Roma nei prossimi giorni. Il nostro obiettivo è dimostrare che il ruolo ricoperto da Walter Biot non dava accesso a documenti di livello strategico, atti che in alcun modo riguardavano la sicurezza dello Stato». La perquisizione dell'ufficio di Biot non ha dato risultati di rilievo.
In tv l'ambasciatore russo in Italia Sergey Razov ha chiarito: «Questo incidente suscita profondo dispiacere, così come la decisione da parte italiana di dichiarare due funzionari persone non grate.
Come ho sottolineato durante l'incontro con i vertici del ministero degli Esteri italiano, contiamo che questo incidente non influisca negativamente sulle relazioni complessivamente costruttive tra i nostri Paesi». Ma non ha chiarito perché tanto interesse da parte della Russia verso i segreti militari italiani.
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