Tria: "Con l'Ue c'è disaccordo". E Moscovici promette sanzioni

Secondo giorno di Ecofin, Tria ammette: "Con l'Ue c'è qualche disaccordo". E Moscovici: "Sì al dialogo, ma senza intesa ci saranno sanzioni"

Tria: "Con l'Ue c'è disaccordo". E Moscovici promette sanzioni

"Abbiamo alcuni disaccordi", ammette Giovanni Tria al secondo giorno di Ecofin, il vertice che riunisce tutti i ministri delle Finanze dell'Unione europea. Ma sulla manovra la Commissione Ue è pronta a un "dialogo costruttivo" con l'Italia.

Lo assicura il ministro italiano dell'Economia, ma anche il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici. Che spera ancora in un documento programmatico di bilancio rivisto e corretto dal governo italiano, ma avverte: "Le sanzioni possono essere applicate alla fine se non troviamo un accordo nel quadro delle regole comuni". E precisa: "Non sarò mai in favore delle sanzioni, sarebbero un fallimento per il Paese e per le regole".

Dal canto suo, Tria non intende far passi indietro. "La manovra non cambia", ha ribadito all'Eurogruppo, assicurando che il Tesoro risponderà entro il 13 di novembre all'ultima sollecitazione dell'esecutivo Ue e ripetendo che le cifre restano quelle. "Ho illustrato la manovra, i dati e la strategia e l'Eurogruppo ha preso atto", ha detto ieri Tria, "Il dialogo sarà con la Commissione che è il nostro interlocutore in questa fase. Noi risponderemo alla Commissione entro i termini prestabiliti, quindi non c'è nè scontro nè compromesso. La manovra non cambia e lo spread andrà giù quando la nostra strategia sarà meglio compresa, quando spiegheremo meglio le nostre cifre e la nostra strategia. E forse dopo il dialogo con la Commissione".

Intanto a Bruno Vespa rivela che se fosse stato prima al governo non avrebbe firmato il Fiscal Compact, né il pareggio di bilancio. "Non avrei firmato altre cose arrivate dopo, come il Fiscal compact, che la Gran Bretagna non firmò. E non avrei firmato e messo in Costituzione il pareggio di bilancio", dice nell'anticipazione del libro Rivoluzione in uscita domani, "Non sono contrario al principio in sè, ma una norma del genere non ha senso se alla politica monetaria sovranazionale non si affianca una politica fiscale unitaria. Il fallimento dell'Europa sta qui. La politica fiscale è espressione della sovranità politica. O abbiamo una politica fiscale europea affidata a un'autorità politica, e per questo discrezionale, o le cose non funzionano.

Io sono disposto a far scendere da un treno in corsa un conducente nazionale per farvi salire uno sovranazionale, ma non farei scendere il conducente nazionale per affidare il treno a un pilota automatico. Questo è il grande nodo irrisolto".

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