nostro inviato a Palermo
Non c'è due senza tre. E alla sua terza candidatura a governatore di Sicilia Nello Musumeci ce l'ha fatta. È lui il nuovo presidente della Regione siciliana, forte di un centrodestra che in Sicilia sul suo nome si è unito compatto come non avveniva da tempo. Con il 40% (dato parziale, la coalizione è al 42,2%) Musumeci ha superato di cinque punti Giancarlo Cancelleri, il candidato governatore del M5s su cui i grillini avevano puntato non solo per la conquista della Sicilia ma come prova generale per la conquista di palazzo Chigi. Non che a Cancelleri sia andata male. Lui ha preso il 34,6%. E i grillini, che erano al 18% cinque anni fa, oggi salgono al 26,7%. Lo scarto di voti con Musumeci c'è, cinque punti non sono una bazzecola. Eppure il M5s grida ai brogli (nelle scorse settimane Di Maio aveva chiesto la vigilanza dell'Ocse) e chiede il riconteggio dei voti.
La sfida è stata a due. Lo scarto è di cinque punti, ma Musumeci ha conquistato le province più grandi. In alcune, più piccole, è stato testa a testa o addirittura vittoria M5s. Con gli altri candidati non c'è stata partita. Fabrizio Micari, il rettore di Palermo candidato del Pd e voluto da Leoluca Orlando, si è fermato al 18,5%. Male anche la sinistra radicale, che però torna al Parlamento siciliano: Claudio Fava si è fermato al 6,2%. L'indipendentista Roberto La Rosa non è arrivato all'1%.
Il centrodestra torna dunque a Palazzo d'Orleans, dopo cinque anni di governo Crocetta che il sindaco di Palermo Orlando definisce «calamità istituzionale». E in questo centrodestra unito Forza Italia si conferma il primo partito che fa da traino, con il 16,4% e punte oltre il 20% nel Messinese. Al 5,5% la lista congiunta di Fratelli d'Italia e Noi con Salvini. E bene anche i Popolari e autonomisti dell'ex ministro Saverio Romano e l'Udc (7 per cento a testa) che con Lorenzo Cesa e Ugo De Poli esulta. «Dire che sono felice è poco - dice il regista di questo centrodestra siciliano unito, il coordinatore siciliano di Forza Italia Gianfranco Micciché - se i numeri saranno confermati tutti i partiti della nostra coalizione supereranno la soglia del 5%, potremmo anche avere la maggioranza. Vincono le clientele, dicono i grillini? Chi era deputato regionale non ce l'ha fatta, su 14 eletti otto sono nuovi. La Sicilia ha fatto un bel regalo a Berlusconi».
Cancelleri ha parlato nel tardo pomeriggio dal suo quartier generale di Caltanissetta, incassata la delusione: «Non chiamerò il vincitore, se lo chiamassi dovrei chiamare anche i Cuffaro, i Genovese...». L'attacco in particolare è a Luigi Genovese, 21 anni, figlio di Francantonio candidato in Forza Italia, che a Messina con oltre 17mila preferenze è stato uno dei più votati. Di «vittoria infangata» dagli impresentabili ha parlato anche Luigi Di Maio che ha avvertito: «Dalla Sicilia parte l'onda che tra quattro mesi ci porterà a chiedere la premiership».
Male il Pd, che non solo ha perso il governatore ma si è fermato al 12,9%, con punte al ribasso come Palermo (9%). E male anche gli alfaniani, che sembrano non superare lo sbarramento del 5%.
L'affluenza definitiva è stata bassa, 46,4%. Secondo uno studio dell'istituto Cattaneo è sostanzialmente stabile rispetto al 2012. Solo nelle province di Messina e Catania si è superato il 50% dei votanti. In generale si è votato di più nei capoluoghi rispetto ai comuni più piccoli.
Lo scrutinio è stato piuttosto lento, come ormai è quasi tradizione. Due ore dopo la riapertura dei seggi c'erano i dati di appena due sezioni, una sezione l'ora. Particolarmente lento lo spoglio nel Catanese, dove si sono dimessi ben 100 presidenti di seggio.
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