Dal braccio in silicone alla siringa vuota, è vario il campionario dell'inventiva italiana di chi non intende vaccinarsi contro il Covid-19 ma vorrebbe ugualmente, con l'inganno, fruire dei vantaggi del green pass da vaccino. In Sicilia la Digos di Palermo ha scoperto una truffa messa su da tre persone: il leader locale del movimento No Vax, Filippo Accetta, protagonista di manifestazioni nazionali contro i vaccini e di un video in cui, con in mano un prodotto J&J, fa lo spiritoso dicendo di essersi vaccinato, il suo amico Giuseppe Tomasino e Anna Maria Lo Brano, infermiera dell'ospedale Civico del capoluogo siciliano.
È lei ad avere giocato un ruolo chiave, visto che lavorava anche nell'hub vaccinale della Fiera del Mediterraneo dove, stando alle immagini immortalate dalle videocamere nascoste posizionate dalla polizia, e alle intercettazioni telefoniche, ha effettuato otto inoculazioni false, ma le indagini proseguono perché si sospetta che possano essercene state altre. I tre sono stati fermati con l'accusa di corruzione propria antecedente, falso ideologico in atto pubblico e peculato proprio in riferimento alle false vaccinazioni da Covid-19. I beneficiari della truffa, tra cui un'altra infermiera che era addetta alle inoculazioni nello stesso hub, un poliziotto in servizio alla questura di Palermo, e due congiunti di uno degli indagati, hanno sborsato fino a 400 euro per vedere messa in scena la falsa vaccinazione, ottenere la certificazione e scaricare il green pass.
Il modus operandi, ripreso nelle immagini in mano agli inquirenti, è stato sempre lo stesso: l'infermiera preparava la siringa con siero anti Covid-19 come da manuale, ma la svuotava in una garza di cotone prima di infilare l'ago nel braccio della persona compiacente con cui aveva precedentemente concordato il prezzo dell'operazione. Dalle immagini si vede chiaramente come l'infermiera, dopo avere inserito l'ago nel braccio, non muova lo stantuffo, in quanto il siero era già stato sprecato sulla garza. Appurata la truffa, gli inquirenti hanno proceduto, in via d'urgenza, al sequestro preventivo dei dati informativi inseriti nella «Piattaforma nazionale digital green certificate» del ministero della Salute inerenti i green pass dei soggetti beneficiari delle false vaccinazioni. L'operazione ha preso avvio dopo un passo falso di Accetta che a settembre mostrò ai controlli dei referti alterati di tampone negativo.
La procura di Palermo aprì un'inchiesta per individuare l'autore della falsificazione e mise i cellulari sotto intercettazione. Ed è stato un autentico vaso di Pandora, perché quello del tampone alterato non era che la punta dell'iceberg sommerso rappresentato dalla messinscena della finta vaccinazione. Agli inquirenti è apparso singolare che Accetta con l'amico, il giorno del falso vaccino all'hub della Fiera del Mediterraneo, abbiano bypassato la postazione dell'anamnesi per dirigersi al corridoio C. In effetti non avevano bisogno di interlocuzione preliminare, visto che avevano già concordato con l'infermiera Lo Brano, che operava in quel corridoio.
E non sono gli unici ad averlo fatto, da quanto emerge dalle intercettazioni del cellulare della sanitaria che dava appuntamento ai suoi interlocutori con cui aveva concordato la falsa vaccinazione proprio nel corridoio C. Le costerà caro, visto che l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha già fatto sapere che sarà licenziata. Non ci sono, allo stato attuale, medici o funzionari coinvolti.
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