L'era della pazienza strategica è finita». Lo ha detto ieri, riferendosi alla Corea del Nord e alla sua minaccia missilistica, il presidente degli Usa Donald Trump nell'ultimo giorno della sua visita in Giappone. Stilando un bilancio della due giorni nipponica il presidente americano si è detto d'accordo con il premier giapponese Shinzo Abe nell'esercitare «una massima pressione» sulla Corea del Nord affinché abbandoni i test nucleari. Il presidente giapponese ha confermato di essere a fianco degli States nel loro sforzo politico e diplomatico, dicendosi pronto ad abbattere i missili nordcoreani, se necessario. Trump ha anche incontrato alcuni familiari dei cittadini giapponesi sequestrati dal 1977 al 1983 da Pyongyang per addestrare i loro agenti segreti alla lingua e alla cultura giapponesi. Entrambi i leader hanno sottolineato il ruolo chiave della Cina per poter risolvere l'impasse diplomatico e militare. Il presidente americano è atteso ora in Corea del Sud, dove visiterà i 28.500 soldati di stanza nel Paese. Non è però prevista una visita nella militarizzatissima zona di confine con la Corea del Nord.
La crisi diplomatica tra Pyongyang e il resto del mondo non è l'unico argomento all'ordine del giorno del viaggio di Trump. Ci sono anche i rapporti economici tra l'America e i suoi partner asiatici. Con Shinzo Abe Trump ha parlato della bilancia commerciale tra le due potenze: quello con il Giappone non è un commercio «libero e aperto» ha affermato il presidente Usa. Secondo i calcoli del Dipartimento del Tesoro il disavanzo commerciale tra i due paesi nel 2016 è stato di 69 miliardi di dollari, a favore di Tokyo. «Dobbiamo fare di più. Gli Stati Uniti hanno subito un enorme deficit commerciale a favore del Giappone per molti, molti anni», ha dichiarato Trump, difendendo la decisione di uscire dal trattato commerciale Trans-Pacific Partnership siglato da Obama, anche in funzione anti Cina. Ed è proprio di Pechino, terza tappa del suo tour, che ha poi parlato il presidente americano. Pur sottolineando le «eccellenti» relazioni che lo legano al collega cinese, Trump ha dichiarato che ci sono dei rapporti commerciali profondamente squilibrati tra i due Paesi. È necessaria «un'azione molto, molto forte» e «molto presto» verso la Cina per riequilibrare un deficit commerciale mostruoso, pari lo scorso anno a 347 miliardi di dollari, secondo i calcoli del Dipartimento del Tesoro Usa.
Trump dovrà attingere a tutta la sua esperienza di uomo d'affari per portare a casa qualcosa dalla più lunga missione diplomatica in Asia di un presidente americano dai tempi di Bush padre.
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