L'immagine di Donald Trump col viso rigato di sangue e il pugno alzato in aria mentre viene portato via dagli agenti del Secret Service rimarrà nella storia, ed è destinata a imprimere un'importante svolta alla campagna elettorale per la corsa alla Casa Bianca, oltre che a sottolineare in maniera drammatica la polarizzazione del confronto politico negli Usa. A meno di ventiquattr'ore da quando il ventenne Thomas Matthew Crooks ha aperto il fuoco con il suo fucile d'assalto AR-15 durante un comizio a Butler, in Pennsylvania, Trump afferma che «in questo momento è più importante che mai rimanere uniti». «Dobbiamo mostrare il nostro vero carattere di americani, rimanendo forti e determinati e non permettendo al male di vincere», prosegue l'ex presidente, convinto che «solo Dio abbia impedito che l'impensabile accadesse». Senza perdere tempo, il tycoon rilancia l'appuntamento per oggi a Milwaukee, dove si apre la Convention repubblicana: «Non vedo l'ora di parlare alla nostra grande nazione questa settimana dal Wisconsin», dice chiamando a raccolta i fan. E subito dopo l'attentato in cui è rimasto ferito, li ha voluti rassicurare: «Non mi arrenderò mai», dice, spiegando che «mi hanno sparato un proiettile che mi ha perforato la parte superiore dell'orecchio destro». Il caos scoppia alle 18.12 locali, mentre il candidato repubblicano ha iniziato da poco ad arringare la folla: nei pochi concitati minuti ripresi in diretta dalle tv Usa si sentono un paio di spari (Crooks era posizionato sul tetto di un edificio a meno di 150 metri dal palco), Trump si porta la mano all'orecchio, si accuccia sotto il podio, e gli agenti del Secret Service si lanciano su di lui per proteggerlo. Quando The Donald riappare ha l'orecchio coperto da strisce di sangue che gli arrivano anche su parte del volto, ma mentre viene portato via, si ferma diverse volte con il pugno alzato e lo sguardo combattivo, uno scatto che dominerà la scena politica americana e la campagna elettorale nei prossimi mesi. Trump viene condotto in ospedale per alcuni controlli e dimesso poco dopo, per poi volare verso il suo resort di Bedminster, in New Jersey, dove si vede scendere dal suo aereo a notte inoltrata. I proiettili esplosi dall'attentatore (ucciso dai cecchini appostati sul tetto di un altro edificio) hanno colpito anche alcune persone che stavano partecipando al comizio: l'ex capo dei vigili del fuoco, Corey Comperatore, di 50 anni, è rimasto ucciso, e altri due spettatori sono stati feriti gravemente. L'Fbi è al lavoro per ricostruire il movente che ha spinto il ventenne ad aprire il fuoco (si parla di sette-dieci colpi), con diversi testimoni i quali raccontano di aver visto un uomo che «si muoveva da un tetto all'altro» e di averlo segnalato alle forze dell'ordine che sono rimaste inermi prima che si scatenasse il panico. Dopo l'attentato che ha sconvolto il Paese, la famiglia Trump si è stretta attorno al 45esimo presidente degli Stati Uniti, a partire dalla moglie Melania, che in un lungo e accorato messaggio su X definisce l'attentatore «un mostro che considerava mio marito una macchina politica disumana e ha tentato di rubargli le sue passioni, la risata, l'ingegnosità, l'amore per la musica e la capacità di ispirare». «Quando ho visto quel violento proiettile colpire Donald - prosegue l'ex first lady - ho capito che la mia vita e quella di Barron erano sull'orlo di un cambiamento devastante. Sono grata ai coraggiosi agenti dei servizi segreti e alle forze dell'ordine che hanno rischiato la propria vita per proteggere mio marito». Quindi, lancia un appello a «elevarsi al di sopra del vetriolo e delle idee superficiali che istigano la violenza. Non dimentichiamo che opinioni e giochi politici sono meno potenti dell'amore. Oggi è un nuovo giorno, restiamo uniti». Anche i tre figli maggiori di Trump pubblicano messaggi amorevoli: «Grazie per il vostro amore e le vostre preghiere per mio padre e per le altre vittime della violenza insensata di oggi a Butler - scrive Ivanka - Sono grata al Secret Service e a tutti gli altri agenti per le loro azioni rapide di oggi. Continuo a pregare per il nostro Paese. Ti amo papà, oggi e sempre».
«Questo è il combattente di cui l'America ha bisogno, non arrenderti mai», aggiunge Eric. Mentre Donald Jr assicura che il padre «non smetterà mai di lottare per salvare l'America», e dopo avergli parlato al telefono afferma che «è di ottimo umore».
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