Rabbia, stanchezza, insofferenza verso il doppio registro con cui questi episodi vengono trattati. A due giorni dalla notizia dell'inchiesta di Bari per gli accessi illegali ai conti correnti dei politici di maggioranza, Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato tra i principali esponenti del centrodestra finiti nel mirino, si toglie qualche sassolino dalle scarpe e fa notare la minimizzazione della vicenda (e non solo di questa) a cui sta assistendo anche in ambito parlamentare. «Questa mania dei dossieraggi, ne vogliamo parlare? Ai capigruppo ho detto, la scorsa settimana, 'mi chiedete ogni giorno di fare venire in aula Giorgia Meloni a riferire', ma nessuno mi sta chiedendo un approfondimento su questa storia dei dossieraggi, è vero che ormai ce n'è uno al giorno», dice il presidente del Senato, intervenendo all'evento di Fratelli d'Italia, 'Far crescere insieme l'Italia'. «In altri contesti sarebbe di una gravità inaudita questa cosa. É l'idea che qualcuno rovisti tutto il giorno nelle nostre cose. Quando non si riesce, con le ragioni del consenso, a scardinare una realtà che gli italiani vogliono, allora si cercano altri rimedi. Scava, scava e magari qualcosa troviamo, poi non trovano niente e si devono rassegnare».
Allargando il campo è tutto il centrodestra a interrogarsi sulle mosse da compiere. C'è chi annuncia iniziative giudiziarie, come Matteo Salvini, deciso a denunciare civilmente e penalmente «tutti quelli che mi hanno dossierato, spiato e sbirciato dal buco della serratura». E chi come il deputato di Forza Italia e Sottosegretario alle Infrastrutture, Tullio Ferrante, si chiede: «Cosa sarebbe accaduto se il bersaglio fosse stata la sinistra? Avrebbe già organizzato scioperi, manifestazioni e proteste di piazza con appelli ad enti ed organismi sovranazionali. Le istituzioni tutte riflettano sugli strumenti più adeguati da adottare a tutela del nostro sistema democratico». Enrico Costa, invece, si interroga sul paradosso legato alla possibile divulgazione a mezzo stampa dei dati trafugati. «Poniamo che quel signore che ha consultato migliaia di conti correnti ne avesse stampati alcuni e li vendesse a un giornalista che li pubblicasse. Per la Cassazione non ci sarebbe ricettazione, ma diritto di cronaca. La legge deve intervenire».
Maurizio Gasparri, invece, pone un altro quesito: «Lo scandalo di Bari riguarda Banca Intesa. Ma la Banca d'Italia dorme come ai tempi del Monte dei Paschi di Siena o ha deciso di convocare i vertici di Banca Intesa? A Via Nazionale sono desti?».
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