Uccisa all'uscita dal lavoro. È caccia al killer di Jenny

La 27enne raggiunta da una serie di colpi in testa Irreperibile un suo ex. Molte telecamere in zona

Uccisa all'uscita dal lavoro. È caccia al killer di Jenny

Ragusa. Un uomo la chiama: «Jenny». Poi le spara a raffica una serie di colpi. Giovanna Cantarero, nota a tutti come Jenny, 27 anni, stramazza al suolo col viso trasfigurato da uno dei proiettili sparati a distanza ravvicinata. È senza precedenti l'efferatezza dell'assassinio di venerdì sera a Lineri, frazione di Misterbianco, nel Catanese. Per gli inquirenti non ci sarebbero dubbi sul movente: si tratta dell'ennesimo femminicidio che allunga la fosca lista di sangue di questo nero 2021.

E c'è già un indagato, di cui, al momento, non viene rivelato il nome, e su cui ancora non è stato spiccato nessun provvedimento restrittivo, ma potrebbe essere questione di ore. L'omicidio è avvenuto intorno alle 21.30 di venerdì sera, quando, all'uscita dal turno di lavoro al panificio-pasticceria che si trova all'angolo tra via Alberto Nobel e Salvador Allende, alla periferia del centro abitato, tra i quartieri Montepalma e Lineri, c'era qualcuno a spiare Jenny, ad attendere la fine del suo turno lavorativo. Lei, uscita dall'esercizio commerciale con una collega, stava per dirigersi verso l'auto della madre, che la aspettava per riaccompagnarla a casa, quando un uomo col volto travisato ha attirato la sua attenzione chiamandola e, contemporaneamente, avvicinandosi, forse a bordo di una moto. Questione di secondi e via una serie di colpi d'arma da fuoco sparati da distanza ravvicinatissima il primo in pieno volto e gli altri mentre Jenny è a terra morta. È una scena agghiacciante. L'amica della giovane resta sotto shock. I residenti che si affacciano alle finestre assistono a qualcosa di straziante. A terra, col volto insanguinato, irriconoscibile, c'è Jenny e su di lei la madre che tenta di sollevarla da terra. Più in là il sacchetto del pane che la vittima stava portando a casa. Le indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Catania e della Tenenza di Misterbianco inizialmente non hanno tralasciato nessuna pista, ma dopo una notte di interrogatori tra familiari, amici e, ovviamente, la collega di Jenny - che però non avrebbe saputo fornire dettagli utili a identificare l'assassino, se non che aveva il viso coperto - non ci sarebbero dubbi sul movente tipico dei femmicidi, ovvero quella gelosia distorta, quella brama di possesso, quell'avidità, quell'odio e quel rancore che gli assassini scambiano erratamente per sentimento. Gli inquirenti hanno ricostruito le frequentazioni di Jenny e pare che da venerdì, giorno del delitto, sia irreperibile un ex della donna, che non è l'ex compagno padre della bimba di nemmeno 2 anni da cui Jenny è stata strappata con violenza. Le indagini dei carabinieri proseguono e saranno fondamentali per gli inquirenti i video delle telecamere di videosorveglianza della zona, che avrebbero immortalato l'agguato e l'assassino, mentre si sospetta che qualcuno possa avere visto o possa conoscere qualche dettaglio importante riguardo all'omicida, ma stia preferendo l'omertà.

La salma si trova all'obitorio del Policlinico di Catania in attesa dell'autopsia disposta dalla procura di Catania. La notizia dell'efferato femminicidio ha sconvolto il paese, dove il sindaco, Marco Corsaro, ha sospeso ieri le manifestazioni natalizie.

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