Ucciso su un ponte: arrestato l'ex camerata amico odiato da 30 anni

Militanti di destra negli Anni di piombo, soci nel lavoro. Alla fine il delitto inspiegabile

Ucciso su un ponte: arrestato l'ex camerata amico odiato da 30 anni

Li battezzarono «Anni di piombo», erano gli Ottanta del secolo scorso. Da una parte «schegge rosse» armate e assassine; dall'altra gli epigoni delle «camicie nere», pure loro pronti a sparare o a piazzare bombe.

Sandro Tallarico, commerciante di 57 anni e Brunetto Muratori, ex orefice di 62, all'epoca si salutavano da camerati. Militavano in Ordine Nuovo, movimento di estrema destra, tra loro politica e affari si trasformarono poi in società d'«affari».

Era la mattina del 17 gennaio scorso quando Tallarico venne freddato con quattro colpi di revolver mentre camminava con un coltello serramanico in tasca sul ponte di San Giorgio, a Mantova. Temeva che qualcosa potesse accadergli, lo aveva ammesso quasi pubblicamente, ad amici e conoscenti. Quel giorno non fece nemmeno in tempo ad estrarre la lama per tentare di difendersi. E adesso per questo delitto è stato arrestato il suo ex amico.

Quasi da subito il sospettato numero uno. Il loro sodalizio si era concluso ormai da tanto tempo. Odio e rancori- secondo gli investigatori- sarebbero covati fino a sfociare a distanza di decenni nell'omicidio. Muratori era finito carcere dopo un grosso furto di pellame. Ma prima che potesse piazzarlo, il bottino venne ritrovato in una casa di Formigosa, di sua proprietà. Accusato di ricettazione, fu arrestato e finì in cella. Un'esperienza che lo avrebbe segnato. Soprattutto nel rancore. Secondo i soliti «anonimi», persone in quei tempi molto vicine sia a lui che a Tallarico, Muratori si sentì per così dire abbandonato dall'amico, sospettato pure lui, ma uscito pulito dall'inchiesta. «Brunetto si comportava come se fosse stato l'unico a pagare per una vicenda in cui sapeva di non essere l'unico colpevole», ha raccontato chi li conosceva ai carabinieri.

Il giorno dell'omicidio, l'ex orefice, commerciante e riparatore di orologi, per anni con laboratorio e negozio in via Leon d'Oro, sarebbe stato filmato da telecamere di videosorveglianza, mentre passava in auto vicino al luogo in cui sarebbe stato poco dopo freddato il suo ex amico.

Contro di lui parecchi indizi, forse non prove certe, sta di fatto che i carabinieri sono arrivati a ottenere il provvedimento di fermo dalla Procura sulla scorta di testimonianze, intercettazioni e altre indagini tecniche compiute dal Ris.

Muratori, già indagato formalmente da febbraio, ieri è stato prelevato dalla sua abitazione e portato direttamente nel carcere di Mantova.

L'arma utilizzata per l'omicidio non è mai stata trovata, perquisita anche l'abitazione del figlio del presunto assassino, ma nulla che potesse servire alle indagini.

Se il presunto killer non aveva mai esternato i suoi sentimenti nei confronti dell'ex camerata, l'uomo che- secondo gli inquirenti- sarebbe la sua vittima invece non ne faceva mistero.

«Non perdeva occasione per dirne peste e corna», ha raccontato agli inquirenti più di un conoscente.

Ma c'è chi minimizza: «Un'amicizia finita male, tutto qui. Come accade mille volte». Insomma si andrà a processo. Ma indiziario.

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