L’accordo raggiunto al Consiglio europeo sul Recovery Fund, lo strumento messo in campo per affrontare le conseguenze della crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria, è un compromesso positivo che potrà aiutare l’Italia in questa delicata fase e che, allo stesso tempo, stronca le argomentazioni portate avanti da euro-critici e sovranisti. A sostenerlo è Silvio Berlusconi che in un post pubblicato su Facebook ha sottolineato di aver votato al Parlamento europeo la risoluzione per il Recovery Fund. "Ci siamo battuti fin dal principio per questo risultato e ora l'Italia avrà a disposizione 208 miliardi: si tratta di un compromesso, ma è un compromesso positivo, che toglie tra l'altro argomenti ai nemici dell'Europa", ha affermato il leader di Forza Italia.
Anche se un passo importante è stato compiuto, il lavoro non è stato del tutto portato a termine. Secondo Berlusconi, infatti, ora è necessario impiegare bene i soldi in arrivo. "Per utilizzare questi aiuti l'Italia dovrà predisporre - rapidamente - un piano di riforme che deve essere orientato allo sviluppo e non alla spesa assistenziale. E' una occasione che il Paese non può permettersi di sprecare". Per questo motivo il Cavaliere si augura che il governo e la maggioranza giallorossa non agiscano senza consultare il centrodestra. "Chiediamo al governo che l'opposizione, pur nella distinzione dei ruoli, sia davvero coinvolta nelle decisioni che disegneranno l'Italia del futuro", ha scritto ancora Berlusconi.
Questo concetto il leader azzurro lo aveva spiegato già due giorni fa in un intervista al Tg5. In quell’occasione, l’ex premier aveva anche aggiunto che "nel frattempo è indispensabile utilizzare gli altri strumenti a disposizione, a partire dal Mes e dal Sure".
Ma all’orizzonte già si profilano altri problemi.
Berlusconi, infatti, ha ammesso di essere contrario e preoccupato per i tagli annunciati al bilancio Ue 2021-2027 "che avrebbero conseguenze negative anche sull'Italia in settori decisivi come quelli dell'agricoltura, della difesa, della salute e diminuirebbero inoltre la portata di programmi importanti come quello per il controllo delle frontiere contro l'immigrazione illegale".
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