Ue, Usa e Nato contro Macron: "Non manderemo soldati a Kiev"

No al piano per una coalizione di "volenterosi". L'Eliseo: "Non vuol dire belligeranti". Il Cremlino: "Così scontro globale inevitabile"

Ue, Usa e Nato contro Macron: "Non manderemo soldati a Kiev"
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Il colpo sparato da Emmanuel Macron è stato a salve ma il rinculo è stato comunque potente. E lo ha investito in pieno. Al termine della conferenza di Parigi in cui venti Paesi europei oltre a Stati Uniti e Canada hanno discusso dell'impegno in Ucraina, il padrone di casa forse si è fatto prendere un po' troppo la mano e oltre a confermare la fornitura di missili e bombe a media e lunga gittata, ha detto che in futuro non è escluso l'invio di truppe occidentali sul campo di battaglia. Risultato: coro di smentite, minacce e monsieur le president che si ritrova col cerino in mano costringendo la Francia a una brusca frenata.

La Nato, con una dichiarazione del segretario Jens Stoltenberg, è netta: «Gli alleati stanno fornendo un sostegno senza precedenti all'Ucraina ma non ci sono piani per truppe da combattimento della Nato sul terreno in Ucraina». Fuori uno, il più grande, seguito a ruota dal principale azionista dell'Alleanza. Un funzionario della Casa Bianca ha infatti rapidamente fatto sapere che gli Stati Uniti non hanno nessuna intenzione di inviare truppe a combattere in Ucraina e non ci sono nemmeno piani per il futuro. Anche perché, nonostante le trattative in corso per sbloccare i fondi Usa per Kiev, i repubblicani ribadiscono: «Priorità è l'immigrazione, non l'Ucraina». Netta anche la posizione italiana con una nota di Palazzo Chigi: «Fin dall'aggressione russa di due anni fa vi è stata piena coesione di tutti gli Alleati nel supporto da offrire a Kiev. Questo supporto non contempla la presenza sul territorio ucraino di truppe di Stati europei o Nato», con il ministro degli Esteri Tajani che ribadisce: «È un'idea di Macron ma bisogna essere molto prudenti. Noi non siamo in guerra con la Russia, difendiamo l'Ucraina». Se l'Occidente è compatto nel respingere l'idea, chi approfitta delle parole di Macron è, da copione, la Russia che come abitudine, si difende attaccando e minacciando. «Non è nell'interesse dell'Occidente l'invio di truppe Nato in Ucraina», spiegano dal Cremlino, con il sempre solerte portavoce di Putin Dmitri Peskov che rafforza la tesi. «Un conflitto militare diretto tra la Nato e la Russia sarebbe inevitabile se soldati di Paesi occidentali dovessero essere inviati in Ucraina. Non dobbiamo parlare di probabilità, ma di inevitabilità, ed è così che la valutiamo», ha detto Peskov. Preparando così il terreno per il discorso sullo stato della Nazione di Putin in programma domani. Da buon leader di regime, sulla scia degli esempi dei leader totalitari del secolo scorso, verrà proiettato in 23 cinema in una ventina di città russe, tra cui ovviamente Mosca, proprio come i cinegiornali durante la seconda Guerra mondiale. «La richiesta è stata alta ovunque», spiegano dal Cremlino. Ma guarda un po', che sorpresa.

Tutti gli stati europei in ordine sparso, sono compatti nel confermare il supporto all'Ucraina ma si schierano contro la proposta Macron. Madrid chiude «Non siamo d'accordo». Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato seccamente che «nessun soldato sarà inviato in Ucraina da Paesi europei o della Nato. Ciò che è stato deciso tra noi fin dall'inizio continua ad essere valido per il futuro». Sulla stessa lunghezza d'onda il premier britannico Rishi Sunak: «Il Regno Unito esclude la possibilità di inviare truppe in Ucraina». Smentite d'obbligo, che hanno costretto la Francia a una frenata con annessa retromarcia. «Di fronte all'aggressività della Russia abbiamo dovuto considerare nuove azioni, alcune di queste potrebbero richiedere la presenza di militari sul territorio ucraino ma senza varcare la soglia della belligeranza», ha precisato il ministro Esteri Stéphane Séjourné.

Anche l'ambasciatore francese in Italia Martin Briens ha specificato che «non c'è un piano per l'invio di truppe in Ucraina, ma se vogliamo essere credibili nei confronti della Russia non è possibile escluderlo, ci sarà un dibattito su questo tema e poi vedremo come evolverà». Come dire: gli aiuti comuni non sono in discussioni ma a questo giro Macron l'ha sparata grossa. E il ritorno di fiamma è un problema tutto suo.

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