La partita a "poker" di Renzi: "Cosa c'è dietro il suo bluff"

I rapporti tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi sono tesi, ma dalla maggioranza sono convinti che il leader di Italia Viva continuerà a punzecchiare il premier, senza mai sferrare il colpo finale

La partita a "poker" di Renzi: "Cosa c'è dietro il suo bluff"

Il governo è sempre in bilico, traballa, ma non cade. I rapporti tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi sono tesi e tutto lascia presagire che il leader di Italia Viva continuerà a punzecchiare il premier, senza mai sferrare il colpo finale.

Il duello Renzi-Conte

“Non abbiamo negato i pieni poteri a Salvini per darli a lei”, ha dichiarato Renzi, nel corso del suo intervento in Senato. Un intervento che ha suonato come un “penultimatum” e che, in condizioni normali, avrebbero causato sicuramente una crisi di governo. “Renzi ha chiesto di fare politica e la stiamo facendo, quindi non c'è nessun ultimatum”, aveva replicato Conte prima di lasciare Palazzo Madama. Il premier dell’esecutivo giallorosso sa di dover affrontare un’emergenza di proporzioni colossali e i sondaggi che, attualmente, sembrano premiarlo, ben presto potrebbero farlo sprofondare. La fase 2 sarà molto delicata perché da un lato si dovranno contenere i contagi e dall’altro si dovrà necessariamente far ripartire l’economia. Coniugare il diritto alla salute col diritto al lavoro sarà un’impresa ardua e, dunque, molti settori della maggioranza puntano a ‘disinnescare’ Renzi, come ha suggerito il sempre più battagliero Alessandro Di Battista.

L'impossibilità di far nascere un nuovo governo

L’obiettivo di Renzi è quello di disarcionare Conte per dar vita a un nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi o da un esponente d punta del Pd e, possibilmente, con l’appoggio di una nuova maggioranza. La chiamano ‘coalizione Ursula’ perché, nelle intenzioni dei renziani, dovrebbe essere costituita da tutti quei partiti europeisti che a Bruxelles sostengono il presidente Von der Leyen. In definitiva, si tratterebbe di allargare il perimetro dell’attuale maggioranza a Forza Italia. Un’ipotesi che non trova riscontro nelle parole di un vecchio conoscitore della politica come il deputato azzurro Gianfranco Rotondi. “Non vedo spazio per un governo di unità nazionale e Forza Italia non intende aggiungersi alla maggioranza né andrà a sostituirsi a Renzi. Berlusconi non appoggerà mai un governo di sinistra come questo”, dice a ilGiornale.it l’ex ministro del II governo Berlusconi. E aggiunge: “Se Renzi fa la crisi, deve mettere in conto che in autunno o in primavera si potrebbe tornare al voto. Che questo governo duri un anno, due o tre, non lo so, ma di sicuro è l’ultimo della legislatura perché il Pd difficilmente vorrà imbarcarsi in una nuova avventura”. “Questo governo reggerà. Tutte le altre ipotesi sono velleitarie”, ci conferma il deputato dem Stefano Ceccanti che nei giorni scorsi aveva chiesto di parlamentarizzare i contenuti dell’ultimo Dpcm. Secondo il costituzionalista toscano, poi, non ci sono le condizioni per sostituire i renziani con altri parlamentari disposti a fare da stampella: “Tradizionalmente potenziali responsabili possono muoversi se si vedono determinanti in qualche passaggio preciso e – conclude - non mi sembra che siano in vista passaggi parlamentari in cui il governo rischia di andare sotto”.

La sicurezza del M5S: "Renzi bluffa"

Stante l’attuale emergenza sanitaria, l’imminente crisi economica e un referendum costituzionale che si deve ancora celebrare, pare assai improbabile che Italia Viva voglia restare fuori dai giochi. “Quelle di Renzi sono manifestazioni di esistenza in vita. Sono dichiarazioni fatte per far parlare di sé. Quello di Renzi è un bluff, assolutamente non uscirà dalla maggioranza”, ci dice con estrema sicurezza il senatore M5S Matteo Mantero. Gli fa eco il deputato grillino Pino Cabras, noto per aver votato la mozione anti-Mes di Fratelli d’Italia, che ci conferma quanto già dichiarato dal suo collega: “Le maggioranze in Italia sono sempre state instabili, soprattutto in Senato, però ho notato che Renzi urla molto ma non spinge più di tanto, resta molto ‘verbale’. All’atto pratico, non ha mai spinto per far cadere il governo”. In definitiva, le minacce del senatore di Scandicci non preoccupano, come dimostra difatti anche il suo ultimo post, molto più conciliante rispetto ai toni usati in questi giorni.

Renzi smorza le polemiche e vede già “qualche passo in avanti significativo". “Ieri il Presidente Conte si è scusato per i ritardi sulla liquidità e sugli aiuti economici: non cercavamo polemiche noi, dunque, ma sottolineavamo un problema vero. Bene le scuse del Premier, avanti!”, si complimenta il leader di Italia Viva. Renzi, poi, si rallegra anche per le dimissioni del capo dell'Amministrazione penitenziaria e per l’impegno assunto dal governo nel cambiare i Dpcm perché “non può essere un premier, e neanche un poliziotto, a decidere se l'amicizia è vera o falsa, se il fidanzamento è stabile o saltuario”.

E aggiunge: “Piccoli passi in avanti, insomma”, prima di chiosare: “Noi di Italia Viva insisteremo a fare proposte, non polemiche. Se si sceglie la strada della politica, noi ci siamo. Se si sceglie la strada del populismo, faranno a meno di noi. Buon sabato a tutti!”. Gli ultimatum restano, ma vengono rimandati a data da destinarsi.

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