È scoppiata un'altra grana in casa Movimento 5 Stelle. Epicentro del nuovo caso che scuote il partito è Imola, dove dal giugno 2018 è sindaco la pentastellata Manuela Sangiorgi, capace di conquistare la città (ex) rossa dopo 73 anni di governo della sinistra,
Cosa è successo? Il primo cittadino – un anno fa sostenuta in tutto e per tutto da Luigi Di Maio durante la campagna elettorale – ha nominato come assessore alla Sicurezza un ex poliziotto con alle spalle, vent'anni fa, una condanna passata in giudicato. Andrea Longhi, agente del Sindacato Autonomo di Polizia, negli anni Novanta fu condannato per falso, calunnia e lesioni colpose, così come ricordato da La Repubblica. E recentemente Longhi ha sostituito il dimissionario assessore Ezio Roi, andatosene per screzi con la giunta.
Secondo il codice etico del Movimento è vietato dare incarichi a chi ha condanne definitive. E i vertici grillini, come gli elefanti, hanno la memoria lunga e non perdonano: nonostante i fatti siano risalenti all'ultima decade del millennio scorso, quell'assessore deve essere cacciato. Altrimenti? Gli alti papaveri M5s stanno valutando di espellere la Sangiorgi stessa, togliendole il simbolo. Come già successo con altri "dissidenti" grillini.
Il primo cittadino non ci sta e etichetta il tutto come un "becero attacco politico per colpirmi". Pare, infatti, che ai piani alti dei 5 stelle non piacca soprattutto – forse anche più della condanna – la vicinanza di Longhi alla Lega.
Insomma, la nomina di Longhi fa storcere il naso al Movimento 5 Stelle, che teme di rimbalzo un'eccesiva "simpatia" della Sangiorgi verso il Carroccio di Matteo Salvini, che da alleato di governo sta erodendo giorno dopo giorno, e dall'interno, i consensi alla fazione pentastellata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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