Un'Europa mai così debole e divisa adesso rischia l'ennesima figuraccia

In campo politico e militare l'Ue è un gigante dai piedi d'argilla. E contro Putin sta facendo gli stessi errori che fece con Hitler

Un'Europa mai così debole e divisa adesso rischia l'ennesima figuraccia
00:00 00:00

C'è da restare basiti. Una nave russa sabota a quanto pare i cavi sottomarini che collegano per l'energia elettrica e il traffico internet la Finlandia all'Estonia. E ancora, un aereo dell'Azerbaijan Airlens è abbattuto per sbaglio da un drone russo. E tanti fatti oscuri di cronaca che dimostrano come la guerra ibrida del Cremlino impazzi e tiri sempre più in ballo l'Europa. Per non parlare delle notizie dal fronte: è ormai acclarato che in Ucraina combattono soldati nord-coreani a fianco dell'Armata Rossa. E l'Europa che fa? Nulla. Anzi, peggio. Il cancelliere Scholz telefona a Putin mentre a sentire il ministro degli esteri russo Lavrov, Macron avrebbe ipotizzato una trattativa con Mosca senza l'Ucraina. Alla fine - il che è paradossale - sembra che Donald Trump sia più determinato a tenere il punto, a disegnare una trattativa che non sia un resa a Mosca dei 27 pigmei (fatte rare eccezioni) che compongono l'Unione Europea.

Se questa è l'aria che tira dobbiamo prepararci all'ennesima figuraccia del Vecchio Continente: una vergogna europea che si consumerà lasciando Zelensky, dopo averlo quasi idolatrato per due anni, al suo destino. Eppure il presidente ucraino per favorire la trattativa si è già detto disposto a rinunciare ai territori occupati da Mosca in cambio di garanzie - politiche e militari - che assicurino al suo paese libertà e democrazia. Ci sarebbe lo spazio quindi per negoziare se solo l'Europa fosse capace di mostrarsi forte con Mosca. Invece, i governi europei sembrano lillipuziani o, ancora, peggio perché i lillipuziani del libro di Jonathan Swift almeno ebbero il coraggio di legare Gulliver. Quelli di oggi, con la scusa che le opinioni pubbliche dei loro paesi sono sempre più fredde con Kiev, si autolegano e appaiono inermi di fronte alle provocazioni dello Zar. Winston Churchill che ebbe a che fare un dittatore ben più temibile, si rivolterebbe nella tomba al cospetto di simili pusillanimi.

Per cui chi ha sperato - e continua a sperare - che il momento drammatico e la politica di Trump che vuole caricare l'Europa delle sue responsabilità, avrebbero imposto al Vecchio Continente un salto di qualità, lo avrebbero reso più consapevole e più protagonista, rischia di restare deluso. E in fondo a leggere la Storia una ragione c'è: a parte l'Inghilterra, che non ne fa più parte, questa è l'Europa degli sconfitti, quella che forse sarebbe ancora sotto il dominio nazista senza il coraggio e l'ostinazione della perfida Albione e l'aiuto americano. È un'affermazione che può apparire come una provocazione e probabilmente lo è, ma che nasconde anche una cruda verità.

Il conflitto ucraino, infatti, rischia di riportarci indietro con la memoria: il prossimo anno cade il 70esimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale, oggi come all'inizio di quel conflitto l'Europa si mostra debole e divisa. Un gigante economico dai piedi di argilla sul piano politico e militare. Con un bisogno cronico di supplenti.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica