«È importante continuare nel segno di un dialogo costante con gli attori in causa e questo noi italiani sappiamo farlo bene, forti di una reputazione che ci siamo costruiti negli anni». Sono queste le parole che il generale Francesco Paolo Figliuolo (nella foto), comandante del Covi, ha pronunciato mentre si trovava in visita in Libano. Perché, mentre Israele si trova impegnata con Hamas a Gaza e in attesa di un attacco dall'Iran e dai suoi proxy, c'è ancora (poco) spazio per il dialogo.
Una due giorni intensa in cui il capo del Covi, accompagnato dal comandante del Settore Ovest di Unifil, il generale di Brigata Stefano Messina, ha prima incontrato a Beirut l'ambasciatore d'Italia in Libano Fabrizio Marcelli, per fare poi tappa nella base Onu di Shama, dove ha sede il comando della Joint Task Force Lebanon (JTF-L), attualmente sotto la guida della Brigata Sassari dell'Esercito italiano.
«Sono qui tra voi perché voglio rendermi conto di persona della situazione in quest'area e per dimostrare la vicinanza delle Forze armate italiane e mia personale in questo momento particolarmente delicato» ha detto il generale Figliuolo che, successivamente, ha incontrato il personale del neo costituito Comitato tecnico militare per il Libano. Ma non solo. Il comandante del Covi ha raggiunto le basi avanzate UNP 1-31 e 1-32 A, dove ha ispezionato le procedure di sicurezza e le predisposizioni relative alla protezione della forza e ha incontrato il personale di Italbatt, la componente operativa della JTF-L. «La presenza di Unifil è in questo momento uno dei fattori che possono portare stabilità ed evitare ulteriori escalation» ha detto Figliuolo, per poi proseguire: «Voi Sassarini avete ora una grande responsabilità: quella di essere rappresentare l'Italia in un momento così delicato per tutta la regione».
A seguire, a Naqoura, il Comandante del Covi ha incontrato l'Head of Mission e Force Commander di Unifil, il tenente generale spagnolo Aroldo Lázaro Sáenz, e ha salutato la Task Force Italair, la componente elicotteri italiana di Unifil. Infine, l'incontro con il capo delle Lebanese armed forces (Laf), il generale Joseph Aoun, al quale il Comandante del Covi ha assicurato che l'Italia continuerà ad addestrare le Laf, a sostenere la istituzioni locali anche in campo sanitario e a promuovere attività di cooperazione civile-militare per aiutare le fasce più deboli della popolazione.
Ma fino a quando sarà possibile? «Resteremo fino a quando l'Onu dirà che ci sono
le condizioni per restare. La sicurezza dei nostri uomini e donne è il primo pensiero di ogni comandante e di tutta la catena di comando, sino all'autorità politica, cioè al ministro Guido Crosetto» conclude il generale.
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