Gli universitari di destra? Prima pestati, ora puniti

Il Fuan escluso dall'Albo dell'ateneo di Torino: "Sono fascisti". Ma sono stati assaliti dai collettivi

Gli universitari di destra? Prima pestati, ora puniti

Torino. Il movimento di destra Fuan Azione Universitaria, è stato escluso dall'albo delle associazioni degli studenti riconosciute dall'Università di Torino. La motivazione ufficiale non è ancora nota ma il gruppo Studenti Indipendenti, collettivo di sinistra, non ha voluto aspettare per ribadire la sua soddisfazione per aver cacciato dall'Ateneo torinese «una associazione neofascista che da decenni prova a far capolino in università». Associazione ritenuta indegna di rappresentanza perché rea di voler «propinare contenuti razzisti, sessista, transfobici e violenti».

Negli anni non sono mancati gli scontri tra i due gruppi, ma se si vuole parlare di violenza, soprusi e tentativi di zittire chi la pensa in maniera diversa, le vittime sono state soprattutto i ragazzi del Fuan. Il caso più eclatante è del febbraio 2020, in occasione del convegno «Fascismo-Colonialismo-Foibe», organizzato presso il Campus Einaudi dell'università, per celebrare il Giorno del ricordo delle Foibe. Durante gli scontri, fu anche distrutta e saccheggiata l'aula intitolata a Paolo Borsellino assegnata al Fuan.

«Erano delle furie, hanno cercato di raggiungerci sferrando calci e pugni agli agenti - hanno raccontato gli studenti del Fuan -, avanzavano compatti facendosi scudo con i bidoni dell'immondizia presi per strada». Lo stesso pubblico ministero Enzo Bucarelli, nel chiedere le condanne dei trentun antagonisti accusati di rapina, resistenza, minaccia a incaricato di pubblico servizio e danneggiamento, ha precisato: «La questione non è ideologica, ma giuridica: si è trattato di non fare esprimere un'opzione altrui. Anche ammesso che gli esponenti del Fuan siano fascisti, il punto non è questo. Opporsi a qualcuno che parla è qualcosa che non condivido, soprattutto se la volontà si estremizza con atti di violenza».

Gli antagonisti nel loro raid contro il Fuan portarono via e danneggiarono computer, tavoli e sedie ed imbrattarono i muri dell'aula Borsellino con frasi molto esplicite, come: «Fasci appesi». Sempre per la procura, a coordinare i ragazzi dei collettivi studenteschi sarebbero stati esponenti di spicco del centro sociale Askatasuna.

Anche in questi giorni all'università si respira aria pesante, visto che si sono appena concluse le elezioni studentesche, alle quali il Fuan ha partecipato, subendo anche in questo caso le rappresaglie di una cinquantina di attivisti dei collettivi ambientalisti e antifascisti, che hanno cercato di impedire il volantinaggio per la campagna elettorale, al grido: «Il maresciallo Tito ce l'ha insegnato, infoibare i fascisti non è reato».

«Purtroppo non è la prima volta che i collettivi universitari di estrema sinistra provano a zittire con violenza, minacce e intimidazioni, chi ha la sola colpa di non pensarla come loro - spiegano i rappresentanti degli studenti del Fuan -. L'università non è il luogo in cui imporre il pensiero unico e noi non ci arrenderemo, continuando a rappresentare, come facciamo da sempre, la voce di tutti gli studenti liberi in Università».

Di fatto, però, l'esclusione dall'albo di UniTo - ed è la prima volta che succede nella storia studentesca torinese - potrebbe tradursi nell'impossibilità da parte del Fuan di ottenere spazi in ateneo o finanziamenti previsti per le associazioni di studenti.

Cerca di buttare acqua sul fuoco l'Università di Torino, che comunque non smentisce la decisione di estromettere il Fuan: «La commissione paritetica - precisano dall'ateneo - per l'iscrizione all'Albo delle

associazioni studentesche non ha ancora pubblicato gli atti del procedimento, che potrà ritenersi concluso solo dopo che la commissione si sarà espressa ufficialmente». Intanto si attendono i risultati delle elezioni studentesche.

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