Urso denuncia in Procura sulla fuga di notizie. "Gravi le registrazioni illecite al ministero"

La decisione dopo la pubblicazione sul quotidiano "Domani" del contenuto di riunioni "su temi rilevanti per lo Stato"

Urso denuncia in Procura sulla fuga di notizie. "Gravi le registrazioni illecite al ministero"
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Sarà la Procura di Roma a dover scoprire come sia stato possibile che due delicati incontri nella sede del ministero delle Imprese siano stati registrati di nascosto, e che l'audio sia stato poi consegnato ai giornalisti del Domani. La decisione è stata resa nota ieri dal ministro Adolfo Urso dopo due giorni in cui il quotidiano di Carlo De Benedetti riportava con ampiezza di dettagli la vicenda di Condotte d'Acqua, colosso pubblico delle costruzioni da tempo in gravi difficoltà, i cui amministratori-commissari sono stati rimpiazzati dal ministro.

Il pezzo forte dell'inchiesta del Domani sono due brevi passaggi di riunioni tenute in gennaio nella sede di via Veneto, a Roma. Alla prima riunione partecipa personalmente Urso, alla seconda il suo capo di gabinetto. Entrambi gli incontri sono tempestosi, nel primo Urso dice ai tre professionisti «dai vostri occhi avevo già capito tutto, aveva già capito che c'era qualcosa che non andava». Il tema dello scontro tra il ministro e i commissari riguarda la più importante tra le opere pubbliche varate dal governo di Giorgia Meloni, il ponte sullo stretto di Messina.

Condotte possedeva il 15 per cento di Eurolink, la società capofila del progetto, ed era stata autorizzata a cederle. Ma il prezzo incassato dai tre commissari per Urso è troppo basso, e non tiene conto che la ripartenza del progetto ha fatto bruscamente alzare il valore di Eurolink. La ripartenza, dice ancora la voce di Urso nel file audio, è «la grande svolta di questo governo», i commissari vengono accusati di non avere fiducia nel progetto, e la fiducia - dice il ministro «non c'è nemmeno da parte mia». La seconda riunione avviene qualche mese dopo, quando Urso ha già deciso di sostituire i tre commissari con cui è in rotta di collisione. I tre incontrano Federico Eichberg, capo di gabinetto di Urso, che spiega loro: «La decisione è stata assunta dal ministro, è stata una determinazione del ministro».

L'altro ieri, quando legge l'articolo del Domani, Urso ricorda di avere davvero pronunciato quelle frasi, e Eichberg anche. La registrazione dunque esiste, è autentica. Ma da dove arriva? I tre licenziati hanno fatto causa al governo e l'hanno vinta, il nastro potrebbe essere stato registrato da uno di loro e depositato nel fascicolo al Tar. Ma il ministro chiede alla Procura di scavare, si tratta - dice - di «registrazioni clandestine e non autorizzate avvenute al Ministero nel corso di riunioni su temi di rilevanza per lo Stato».

«È estremamente grave che siano giunte alla redazione del Domani registrazioni di attività e colloqui di un Parlamentare della Repubblica nell'esercizio delle sue funzioni di Ministro, tanto più se utilizzate in modo distorto nella redazione di articoli tesi a travisare la realtà». La tesi del quotidiano è che dopo avere cacciato i commissari, Urso abbia indicato tra i sostituti un avvocato suo amico, Francesco Paolo Bello.

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