Il futuro dell'Europa passa per le mani di tre donne, Giorgia Meloni, Marine Le Pen e Ursula von der Leyen. L'esito delle elezioni ha determinato uno tsunami nella politica europea che ha investito soprattutto la Francia con la decisione di Emmanuel Macron di indire elezioni anticipate che, come in un domino, ha avuto effetti imprevedibili. Innanzitutto l'accordo raggiunto tra il Rassemblement National e i Républicains su iniziativa del presidente Eric Ciotti che ha portato nella giornata di ieri a una rivolta di una parte consistente della classe dirigente gollista culminata con l'espulsione di Ciotti. Eppure, sarà l'origine italiana che accomuna il frontman dei sovranisti Jordan Bardella e il presidente dei repubblicani Eric Ciotti, l'esempio a cui guarda una parte della destra francese è il cosiddetto «modello italiano».
Qui entra in gioco la seconda donna, Giorgia Meloni, uscita vincitrice dalle elezioni europee e rafforzata dal voto. Alla luce del caos francese e della situazione tedesca, è abbastanza improbabile immaginare una nuova maggioranza a Bruxelles senza tenere in considerazione il parere dell'Italia. Ne è consapevole Ursula von der Leyen, la terza donna che in questi giorni si trova in una posizione più precaria ma, se dovesse uscire vincitrice dalle trattative per la presidenza della Commissione Ue, acquisirebbe un peso superiore a quello attuale. Ieri, in una riunione con gli eurodeputati del Ppe, la von der Leyen avrebbe detto che, per costituire la nuova maggioranza, «iniziamo il lavoro guardando alla maggioranza che avevamo (con Socialisti e Renew, ndr), non è sempre stata facile, ma ha funzionato». All'interno del gruppo del Ppe ferve però il dibattito in quale direzione allargare la maggioranza con una corrente che vuole aprire ai verdi e chi invece preferirebbe allearsi con i conservatori dell'Ecr. Tutta da verificare in questo caso la volontà dei conservatori di entrare a far parte di una maggioranza che includa anche i socialisti. Antonio Tajani, che è anche vicepresidente del Ppe, auspica «una maggioranza composta da popolari, liberali e conservatori che fu quella che mi permise di diventare presidente del Parlamento europeo».
Secondo Politico potrebbe delinearsi una composizione con Ursula von der Leyen presidente della Commissione europea per un secondo mandato, il portoghese Antonio Costa come presidente del Consiglio europeo, la maltese Roberta Metsola alla guida del Parlamento europeo e l'estone Kaja Kallas come Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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