Il ‘Muslim Ban’ non è anticostituzionale. A dichiararlo i giudici della Corte Suprema di Washington che oggi si sono espressi a favore dell’ordine restrittivo emanato dal Presidente Donald Trump lo scorso settembre nei confronti di alcuni Paesi a maggioranza musulmana. Il divieto riguarda gli arrivi sul suolo americano da parte di Siria, Iran, Libia, Nord Corea, Somalia, Venezuela e Yemen. Il Giudice Capo della Corte di Suprema americana, John Roberts, ha dichiarato che l’ordine restrittivo emanato dal Presidente Trump nei confronti dei sette Paesi a maggioranza musulmana rientra a pieno titolo nelle prerogative dell’autorità presidenziale.
Dopo un’esultante post su Twitter, Trump ha definito il verdetto della Corte Suprema “una profonda rivincita” dopo “mesi di cronache isteriche da parte dei media e dei democratici”, accusati di non voler prendere provvedimenti reali in materia di sicurezza. Per il Capo della Corte Suprema americana, l’unico scopo della direttiva presidenziale conosciuta come Muslim Ban è quello di prevenire l’ingresso di cittadini che non possono essere controllati e spingere alcune nazioni a migliorare le proprie prassi. “Il testo non parla affatto di religione” ha aggiunto Roberts, respingendo definitivamente le proteste di chi accusava l’ordine di essere motivato dall’odio religioso.
Passato alla storia come Muslim Ban, l’ordine restrittivo voluto dal Presidente Trump nei confronti di alcuni Paesi a maggioranza musulmana si iscrive all’interno di un caso giuridico controverso. Il verdetto odierno ha sancito una spaccatura profonda all’interno della Corte suprema degli Stati Uniti.
Insieme al Capo della Corte, John Roberts, si sono espressi a favore i cinque giudici repubblicani Anthony Kennedy, Clarence Thomas, Samuel Alito e Neil Gorsuch. Contrari al Muslim Ban i quattro democratici Stephen Breyer, Elena Kagan, Sonia Sotomayor e Ruth Bader Ginsburg.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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