Vacanze e voli a scrocco. Cantone vuole mandare a processo Palamara

La richiesta sul caso Toghe sporche. L'ex pm: sviluppi a mio favore. E cade la corruzione

Vacanze e voli a scrocco. Cantone vuole mandare a processo Palamara

Processate Palamara. Raffale Cantone, ex presidente Anac e da fine giugno scorso capo della procura di Perugia, ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex consigliere del Csm ed ex presidente dell'Anm, accusato di violazione di segreto e corruzione in atti giudiziari. E la procura umbra a firmare il provvedimento oltre a Cantone i sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano - ha chiesto di mandare a processo anche l'imprenditore Fabrizio Centofanti, l'agente di viaggi Giancarlo Manfredonia e l'amica di Palamara Adele Attisani. Una nemesi per il protagonista dello scandalo Csm, che tra le tante intercettazioni era stato beccato anche mentre, parlando via Whatsapp con il deputato di Iv ed ex magistrato Cosimo Ferri, manifestava il suo «alto sgradimento» per la possibile nomina dell'ex numero uno dell'autorità anticorruzione in quell'incarico, scrivendo in risposta a Ferri - che gli paventava quel nome come papabile - il suo chiarissimo parere: «Da evitare assolutamente».

La storia però è andata diversamente, e ora proprio Cantone si è trovato a coordinare quell'inchiesta che, grazie al trojan che aveva infettato il cellulare di Palamara, ha scoperchiato il verminaio di correnti interne al Csm, raccontando chiacchiere e trattative tra politici e magistrati per decidere e influenzare, appunto, le nomine ai vertici delle procure di tutta Italia. E dopo la chiusura indagini dello scorso aprile e la nomina di Cantone a capo della procura arrivata il 25 giugno, adesso proprio l'ex presidente Anac ha finito per mettere la propria firma in calce alla richiesta di mandare alla sbarra l'uomo che voleva «evitarlo».

L'indagine scava in particolare sui rapporti tra l'ex numero uno dell'Anm, Palamara, e l'imprenditore Centofanti, con il primo che viene accusato di aver messo le proprie funzioni a disposizione del secondo, in cambio di favori, regali, viaggi e soggiorni in un arco di diversi anni, a cominciare dal 2011 quando Palamara era a capo dell'Anm. Quanto ai viaggi, questi ultimi secondo quanto ricostruito dagli inquirenti erano stati spesso effettuati da Palamara in compagnia della Attisani, accusata a sua volta di essere l'«istigatrice» di Palamara, ma anche di aver ricevuto lei stessa favori, tra cui il rimborso delle spese per un trasloco e alcuni lavori di ristrutturazione a casa per 23mila euro.

Tra le utilità che Palamara avrebbe ricevuto dall'imprenditore: un viaggio a Dubai, uno a Londra, un soggiorno a Favignana in agosto, uno a Madonna di Campiglio, una trasferta spesata in Spagna, col figlio, per andare a vedere, l'8 marzo 2016, la sfida di Champions Real Madrid-Roma. Proprio per quei viaggi è finito coinvolto anche Manfredonia, l'agente di viaggi a cui si rivolgeva Centofanti per erogare quei «regali» tra il 2011 e 2017 (l'ultimo a Ibiza), accusato di aver cercato di depistare i finanzieri che indagavano per provare a coprire l'imprenditore e lo stesso Palamara. Ora la palla passa al gip, che il 21 settembre dovrà decidere quali chat accettare come prove, e poi dovrà esprimersi sulla richiesta di Cantone, respingendola o mandando a processo Palamara. Che si è sempre difeso, sostenendo che quei viaggi erano favori ricevuti da un amico.

Anche i suoi legali mostrano ottimismo, soddisfatti perché i pm «hanno definitivamente escluso l'iniziale ipotesi d'accusa» di corruzione per i 40mila euro da parte degli avvocati Amara e Calafiore. I legali annunciano che «nell'udienza preliminare saranno resi noti ulteriori sviluppi delle indagini difensive».

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