Su 4 milioni di vaccinazioni Astrazeneca in Italia, i casi di trombosi sono stati 34: 29 le trombosi intracraniche, cinque quelle venose in sede atipica. È quanto risulta dal quarto rapporto di farmacovigilanza firmato dall'agenzia del farmaco Aifa dopo aver analizzato i risultati delle somministrazioni effettuate tra la fine di dicembre e aprile.
Nessun dato fuori dalla norma e in linea con quanto ci si aspettava. Ma, anche se buone, le statistiche sembrano arrivare un po' troppo tardi, proprio nel momento in cui il contratto europeo di Astrazeneca sembra tramontare (per ragioni commerciali e organizzative e non per mancanze scientifiche).
«Il tempo medio di insorgenza delle trombosi - spiega Aifa - è stato di circa otto giorni dopo la somministrazione della prima dose del vaccino Vaxzevria di Astrazeneca mentre la maggior parte di questi eventi (22 casi, 65%), hanno interessato le donne con un'età media di circa 48 anni e solo in un terzo dei casi gli uomini (12 casi, 35%) con un'età media di circa 52 anni». Per Aifa comunque «la valutazione dei casi italiani di trombosi venosa intracranica e atipica in soggetti vaccinati con Vaxzevria è in linea con le conclusioni della procedura dell'Agenzia europea dei medicinali» e sotto continua analisi del Gruppo di Lavoro per la valutazione dei rischi trombotici da vaccini. Per il resto, su oltre 18 milioni di vaccinazioni, le segnalazioni di malori post iniezione sono stati 56.110 (309 ogni 100mila), di cui il 91% sono riferite a eventi non gravi, che si risolvono completamente, come dolore al braccio, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari.
Come riportato nei precedenti rapporti Aifa, gli eventi segnalati si manifestano prevalentemente lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno successivo (85% dei casi).
Ci sono state anche delle segnalazioni gravi, di malori più consistenti. Si tratta dell'8,6% dei casi indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose (prima o seconda) e dal possibile ruolo causale della vaccinazione. La maggior parte delle segnalazioni sono relative al vaccino Pfizer (75%), finora il più utilizzato nella campagna vaccinale (70,9% delle dosi somministrate), e solo in minor misura al vaccino Vaxzevria di Astrazeneca (22%) e al vaccino Moderna (3%), il meno utilizzato.
È accertato invece che sia più forte la correlazione tra trombosi e Covid e il tema verrà affrontato anche giovedì, durante la giornata dedicata alla prevenzione delle malattie cardiovascolari.
«Il Covid ha effetti diretti sul sistema cardiovascolare - sottolinea il Massimo Volpe, presidente Siprec, la Società per la prevenzione cardiovascolare - Le alterazioni dell'endotelio, ossia il rivestimento delle pareti cardiovascolari, sono la causa delle trombosi che caratterizzano il Covid. In secondo luogo, sono proprio questi pazienti quelli ad aver pagato il dazio più alto, soprattutto quelli in età avanzata con comorbidità come ipertensione, diabete, obesità».
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