Il Natale è sotto attacco. Non si tratta purtroppo di una novità ma di un tentativo che va avanti da tempo di delegittimare, riscrivere, cancellare la principale festività cristiana. Ogni anno la situazione peggiora e si aggiungono nuovi episodi di cronaca che testimoniano come in Occidente (l'Italia purtroppo non è da meno), l'assalto ideologico sia sempre più profondo e radicato.
Il primo passo è negare il senso del Natale e il suo valore cristiano, sostituendolo con generiche festività prive di ogni carattere religioso in un delirio di negazione delle proprie tradizioni e di oikofobia (odio verso noi stessi). È il caso di Bologna, dove nella centralissima via d'Azeglio (a pochi metri dalla Basilica di San Petronio), per le luminarie sono state scelte le parole della canzone Imagine di John Lennon che recitano «immagina che non ci sia il paradiso» e «immagina che non ci sia neanche la religione». Una decisione che ha suscitato l'ira dei vescovi e, secondo monsignor Antonio Staglianò, presidente della Pontificia Accademia di Teologia, è «un'insulsa provocazione anticlericale», mentre per Avvenire «ci eravamo abituati da tempo a vedere il Natale spogliato delle sue origini religiose. Ma un Natale antireligioso ancora mancava».
Si tratta di fenomeno più ampio che mette in discussione i simboli cristiani del Natale e, a farne le spese, è soprattutto il presepe che, quando non viene fatto scomparire dalle celebrazioni natalizie, è vandalizzato o distrutto. Ha fatto discutere quanto avvenuto a Belmonte del Sannio, in provincia di Isernia, dove le insegnanti della scuola elementare «Tonino Trapaglia», in accordo con la preside, hanno deciso di rimuovere la natività dalla recita scolastica «per non offendere la sensibilità delle famiglie di cinque alunni musulmani». Una decisione che ha provocato la reazione del parroco Don Francesco Martino: «Tutti i simboli del Natale sono cristiani. Come io rispetto le tradizioni islamiche, così loro devono rispettare le mie». Non va meglio a Roma nel quartiere Cornelia dove, come racconta il giornalista Emanuele Mastrangelo, all'asilo della figlia gli insegnanti prima si sono rifiutati di realizzare il presepe poi, dopo che lui stesso lo ha portato a scuola, lo hanno fatto sparire. Complice l'attenzione sollevata, è poi stato esposto. Sempre nel Lazio a Ferentino, la responsabile cittadina di Cultura Identità Claudia Angelisanti, denuncia ''assenza del presepe in città a fronte delle tanti luci installate dal comune.
Se i casi in cui il presepe non viene realizzato sono numerosi, non si contano gli episodi di vandalismo. A Saronno è stato vandalizzato il presepe allestito dai residenti al Villaggio Frau. Ad Aci Sant'Antonio (Catania) è stato invece preso di mira il presepe realizzato di fronte alla chiesa arrivando perfino a decapitare la statua di San Francesco presente in piazza da ormai tredici anni. A Vercelli i vandali hanno distrutto le sagome del presepe che avevano allestito i bambini delle Scuole Cristiane, oltre alle statue del bue e dell'asinello in cartapesta, è stata rovinata con il lancio di sassi anche la cassetta delle lettere per Gesù Bambino. A Sora sono stati danneggiati e imbrattati i personaggi del presepe.
Atti di vandalismo
che si vorrebbero derubricare a semplici bravate, ma che in realtà rappresentano qualcosa si più profondo, ovvero la volontà di scristianizzare il Natale e i suoi simboli. L'ennesimo schiaffo alla nostra storia e identità.
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