Veleni, dossier e fake: le "ombre" sulle assise per screditare i papabili

Dalle voci sulla salute di Parolin a quelle su Sarah passando per le schedature. Il video di Tagle

Veleni, dossier e fake: le "ombre" sulle assise per screditare i papabili
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A dieci giorni dal Conclave che eleggerà il successore di Papa Francesco, si intrecciano sussurri e ombre per provare a screditare i «papabili». A volte, spesso, si tratta di fake news o quantomeno di forzature. Pietro Parolin, già segretario di Stato, è di nuovo tacciato di «avere problemi di salute». Il porporato, che presiederà il Conclave, era già stato al centro di queste voci mentre stava per insediarsi in Curia. Nel 2013, i «corvi» si concentrano su un ricovero, che ha reso «in absentia» la segreteria di Stato per un breve periodo. Ma il cardinale originario di Schiavon ha poi preso il posto di Tarcisio Bertone nel ruolo di «ministro degli Esteri» del Vaticano, peraltro girando il mondo, senza alcuna difficoltà. Poi, nel 2020, quando Parolin ha iniziato a essere associato alla parola «papabile», le voci si sono alimentate «grazie» a un intervento chirurgico programmato. Ora ci risiamo. «Ha governato la Chiesa. E quando si governa la Chiesa si finisce con scontentare sia i conservatori sia i progressisti, quindi si diventa oggetto di dossieraggi», motiva una fonte vicina alle sacre stanze.

Rispunta, ancora, la storia del palazzo di Londra, un immobile acquistato dal Vaticano (e poi venduto) anni fa al numero 60 di Sloane Avenue. La vicenda, molto complessa e articolata, è diventata oggetto d'inchiesta. Una sentenza della Commercial Court inglese di febbraio non ha dato ragione alla Santa Sede in 29 punti su 31. Siccome l'acquisto del palazzo è partito dalla segreteria di Stato, qualche blog riporta oggi come Parolin avrebbe autorizzato l'acquisizione. Ma l'ex segretario di Stato è solo uno dei «bersagli» dei sussurri.

Anche il cardinal Robert Sarah, conservatore vicino a Benedetto XVI, è nel mirino: «Non sta bene», si sente dire. Le immagini che mostrano il porporato africano camminare verso le Congregazioni smentiscono la vulgata. Poi le chat. In quelle di tanti addetti ai lavori, in questi giorni, circola un video del cardinal Louis Antonio Tagle, ex Papa rosso in quanto ex prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli. Nel filmato, Tagle, che per i conservatori si sarebbe creato la fama di «cattivo gestore» durante l'incarico, canta Imagine di John Lennon su un palco. «Questa polemica è la cosa migliore che potesse capitare», spingono i tradizionalisti. Nel testo, Lennon si immagina un mondo senza religioni. Ma Tagle quella parte non la canta. Alcune voci anche sull'arcivescovo di Marsiglia Jean Marc Aveline, che in questi giorni, assieme agli altri cardinali francesi, ha visto a pranzo a Roma il presidente Macron. «Non parla italiano», ci dicono. «Cosa facciamo? Spostiamo di nuovo il papato ad Avignone?». Il fatto che non conosca l'italiano è confermato. Difficile però che voglia ripristinare la cattività avignonese.

Due vaticanisti Usa, cattolici conservatori, Edward Pentin e Diane Montagna, hanno dato vita a un sito, The College of Cardinals Report, che scheda i porporati. È anche un aiuto per far sì che i cardinali possano conoscersi. Ma il giro dei dossier non si limita a un sito. La Cnn, qualche giorno fa, ha ricordato l'operazione «Red Hat Report», secondo cui alcuni gruppi americani avrebbero messo a budget un milione di dollari per stilare dossier. Il fine? Evitare un «nuovo Bergoglio». Se ne parla dal 2018. Completano l'elenco dei bersagliati - questa volta da «sinistra» - il cardinal Fridolin Ambongo Besungu e il cardinal Willem Jacobus Eijk. Il primo è accusato di essere «anti-Lbgt», il secondo di aver preso posizioni troppo rigide sulla morale sessuale.

Ma i progressisti, in queste ore, stanno attaccando anche il cardinal Peter Erdo: «È amico di Orbán», insistono. Da «destra», infine, l'ultimo veleno, quello diretto al cardinale Reinhard Marx: «Ci porterebbe allo scisma».

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