Hanno aperto il fuoco con fucili d'assalto a una stazione di servizio vicino all'insediamento di Eli, in Cisgiordania, a circa 16 chilometri a sud di Nablus. Sono arrivati in auto e hanno sparato contro le persone che mangiavano al ristorante Hummus Eliyahu, dopodiché i militanti palestinesi hanno preso di mira chi era vicino alla stessa stazione di servizio. Quattro israeliani sono stati uccisi e altre quattro persone sono rimaste ferite, una delle quali in maniera grave. Si conoscono i nomi di tre delle vittime. Sono Harel Masood, 21 anni, Elisha Anteman, 18 anni e Ofer Fayerman, 64. Ma la battaglia non è finita qui. A un certo punto un civile armato ha ucciso uno dei terroristi palestinesi, mentre un secondo attentatore ha rubato un veicolo ed è fuggito dalla zona. Lo Shin Bet, l'agenzia di intelligence per la sicurezza interna dello Stato di Israele, ha poi affermato che anche il secondo uomo armato è stato ucciso a Tubas, in Cisgiordania.
Sulla scia della micidiale sparatoria il primo ministro Benjamin Netanyahu ha avvertito che «tutte le opzioni sono aperte». «Chiunque ci fa del male è in prigione o in una tomba» ha tuonato. Il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir invece ha invitato a lanciare «una campagna militare in Giudea e Samaria». Lo ha detto sulla scena dell'attacco riferendosi alla Cisgiordania con i suoi nomi biblici. «Sì, abbiamo bisogno di un ritorno alle uccisioni mirate dal cielo, di abbattere edifici, istituire posti di blocco, espellere i terroristi e finire di approvare la legislazione sulla pena di morte contro di loro», ha chiarito. Anche il leader del partito di unità nazionale Benny Gantz ha affermato che l'opposizione sosterrà una risposta responsabile.
Hamas, nel frattempo, ha fatto sapere che i due attentatori, Muhannad Faleh, di 26 anni, e Khaled Mustafa Sabah erano entrambi suoi membri. Mentre secondo il portavoce militare, il generale Daniel Hagari e i media palestinesi gli aggressori provenivano dal villaggio di Urif, vicino a Nablus. C'è chi nel frattempo gioisce della tragedia. Immagini pubblicate sui social media mostrano palestinesi che distribuiscono dolci nella città di Nablus accompagnati da cartelli con su scritto «Sangue per sangue». Hamas e la Jihad islamica hanno subito lodato l'attentato. «Questa è una risposta naturale all'escalation», ha affermato la Jihad islamica. «La reazione è stata rapida contro i crimini dell'occupazione nel campo profughi di Jenin e l'assalto ad Al-Aqsa», ha tuonato Hamas.
Intanto c'è aria di mobilitazione nello Stato ebraico. Il ministro della difesa Yoav Gallant terrà una «valutazione della situazione operativa» con il capo dello staff delle forze armate e il capo dello Shin Bet, insieme ad altri alti funzionari della sicurezza.
Le tensioni tra lo Stato ebraico e i palestinesi sono aumentate nell'ultimo anno. Militari israeliani hanno effettuato diverse incursioni in Cisgiordania, anche di notte. E i palestinesi pure hanno sferrato attacchi terroristici letali. Lunedì 6 palestinesi sono stati uccisi e quasi cento feriti in scontri a fuoco a Jenin. Otto soldati di Tsahal invece hanno riportato ferite da lievi a moderate anche a causa di una bomba sul ciglio della strada, fatta esplodere accanto a un veicolo dell'esercito.
Dall'inizio dell'anno, gli attacchi palestinesi in Israele e in Cisgiordania hanno ucciso 24 persone. Nello stesso periodo 126 palestinesi della Cisgiordania sono stati uccisi. La maggior parte durante scontri con le forze di sicurezza.
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