Dopo vent'anni libera l'"imperatrice del terrore" "Mi scuso, la nostra lotta ha causato sofferenze"

Fusako Shigenobu fondò l'Armata rossa giapponese. Ieri è stata scarcerata

Dopo vent'anni libera l'"imperatrice del terrore" "Mi scuso, la nostra lotta ha causato sofferenze"

È tornata libera dopo vent'anni di carcere Fusako Shigenobu, fondatrice dell'Arj, l'Armata rossa giapponese, movimento che ha seminato il terrore negli anni Settanta e Ottanta dello scorso secolo in nome della causa palestinese e che lei stessa aveva proclamato disciolto nel 2011 dalla sua cella.

La donna, soprannominata «regina rossa» o «l'imperatrice del terrore», ha 76 anni: era stata arrestata nel 2000 a Osaka, in Giappone, dove aveva fatto ritorno clandestinamente dopo trent'anni. Era rinchiusa in un carcere di Tokyo da cui è uscita ieri mattina accolta, oltre che dalla figlia, da una trentina di suoi seguaci che esponevano uno striscione con su scritto «Amiamo Fusako» e da un centinaio di giornalisti. L'anziana attivista ha però rifiutato di rivangare il suo passato. «Tutto questo risale a mezzo secolo fa, ma la nostra lotta, con i rapimenti, ha fatto soffrire degli innocenti», ha dichiarato Shigenobu, con tono di scusa.

Nel 2006 la militante giapponese che predicava la rivoluzione mondiale attraverso la lotta armata, era stata condannata a vent'anni di reclusione per aver organizzato il sequestro, durato un centinaio di ore, di alcuni ostaggi all'ambasciata francese nei Paesi Bassi nel 1974. L'ex terrorista non aveva partecipato direttamente all'azione, che aveva causato numerosi feriti tra le forze di polizia e costretto la Francia a liberare un membro dell'Arj. Shigenobu è anche sospettata di aver pianificato l'eccidio all'aeroporto Lod di Tel Aviv, in Israele, compiuto da un commando dell'Arj nel 1972, un'azione suicida con mitragliette e granate che causò un tragico bilancio di 26 morti e quasi 30 feriti fra i civili.

Due anche le operazioni compiate dall'Arj anche in Italia, quando i guerriglieri agli ordini di Shigenobu erano diventati mercenari che agivano per conto dei Paesi arabi. Nel giugno 1987 Junzo Okudaira lanciò dei razzi rudimentali contro l'ambasciata statunitense a Roma e fece esplodere un'autovettura. Più grave quello che accadde un anno dopo a Napoli, dove agendo per conto della Libia di Gheddafi i militanti dell'Arj fecero esplodere un'autobomba davanti al circolo americano provocando cinque morti. Il movimento da lei fondato era «gemellato» con il Fronte popolare di liberazione della Palestina (Fplp).

Nata a Tokyo nel 1945, Shigenobu era diventata una militante dell'estrema sinistra nel 965 in circostanze quasi casuali.

Era una giovane intelligente e intraprendente che si manteneva agli studi facendo mille lavoretti quando era stata invitata a un sit-in contro la guerra del Vietnam e il trattato di sicurezza nippo-americano nel pieno dell'ondata di contestazioni giovanili che a metà degli anni Sessanta aveva interessato il Giappone, e si era rapidamente appassionata alla causa palestinese e poi radicalizzata, scegliendo la strada della internazionalizzazione delle sue battaglie. Non solo. Shigenobu fu anche una fonte-agente della Stasi, nome in codice Bettina.

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