Le verità di Amara. Scoop su giudici morti e processi già chiusi

Tinebra avrebbe favorito Berlusconi, ma quelle accuse di mafia erano farneticanti

Le verità di Amara. Scoop su giudici morti e processi già chiusi

Non c'è nulla di più comodo che prendersela con un morto. Così Piero Amara, l'avvocato siciliano al centro con i suoi verbali dello scandalo che ha investito la Procura di Milano, attacca uno che non può più difendersi: Giovanni Tinebra, già procuratore a Caltanissetta, poi a capo del Dap, direzione delle carceri. Che Tinebra fosse indicato da Amara come uno dei membri di «Ungheria», la loggia para-massonica che avrebbe costituito un «gruppo di contropotere» era cosa nota. Ma ora viene alla luce - depositato a Roma nel processo a Marcella Contrafatto, l'ex impiegata di Piercamillo Davigo al Csm accusata di avere divulgato i verbali - anche l'interrogatorio di Amara del 14 dicembre 2019 davanti alla Procura di Milano. E si scopre che l'avvocato se da un lato indica l'ex boiardo di Stato Giancarlo Elia Valori come il «grande vecchio» di Ungheria, insiste per una intera pagina sul ruolo di Tinebra, che lo avrebbe reclutato. E che sarebbe stato protagonista di una lunga serie di manovre.

La più eclatante: dice di avere saputo dal pm Alessandro Centonze, anche lui legato alla loggia da vincoli di ubbidienza, che «Tinebra, procuratore a Caltanissetta, voleva che fosse richiesta l'archiviazione di un procedimento a carico di Silvio Berlusconi. Il sostituto che aveva incarico quel fascicolo era Centonze il quale non voleva chiedere l'archiviazione ma fu costretto a farlo». Si parla dei primi anni Duemila, e non era un fascicolo qualunque: era l'inchiesta che vedeva Berlusconi e Marcello Dell'Utri («Alfa» e «Beta») accusati di essere i mandanti degli omicidi Falcone e Borsellino. Una indagine nata dalle dichiarazioni di alcuni pentiti, a metà tra il vago e il demenziale.

A chiedere nel febbraio 2001 l'archiviazione fu personalmente Tinebra, insieme al procuratore aggiunto Francesco Paolo Giordano; assegnatario del fascicolo era, insieme a Centonze, anche il pm Salvatore Leopardi; a maggio del 2002 il giudice Giovanbattista Tona, che diverrà poi presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Tutti complici o succubi di una manovra di «Ungheria»?

Ma i veleni su quella vicenda di vent'anni fa non sono gli unici che emergono dal verbale di Amara. Nelle rivelazioni del sedicente «pentito» finisce anche Luigi De Ficchy, fino a poco prima procuratore a Perugia. Amara dice di avere saputo da Denis Verdini che anche De Ficchy era legato a «Ungheria», e di averlo per questo aiutato (dopo averne ricevuto personalmente la richiesta) a piazzare il figlio nello studio legale Dla Piper, a Roma. A fare da tramite fu Fabrizio Centofanti, il lobbista grande amico di Amara. «Anche De Ficchy conosce Centofanti», aggiunge Amara.

Sono rivelazioni che, se fossero vere, getterebbero una luce nuova anche sul caso Palamara: cui, più si va avanti, più la storia dei verbali di Amara appare intrecciata. Perché è De Ficchy, a Perugia, a aprire le indagini su Palamara e sui suoi rapporti con Centofanti. Peccato che a venire iscritto nel registro degli indagati immediatamente sia stato il solo Palamara, mentre Centofanti non viene né iscritto né intercettato fino al maggio 2019. E non viene nemmeno perquisito. Un trattamento di favore o una scelta investigativa?

Di certo, man mano che i verbali trapelano, diventa sempre più chiaro che la Procura di Milano nel dicembre 2019, quando inizia a accumulare i verbali di Amara, non può non rendersi conto di avere davanti un materiale esplosivo: da trattare certamente con cautela, ma in cui è indispensabile scavare in fretta per capire cosa vi sia di vero, quanto di veleni e di sporche manovre. Invece tutto rimane lì, per mesi. E Storari, si scopre ora, confidò ai pm amici che gli era stato impedito di chiedere l'arresto di Amara.

Forse se l'avvocato siciliano dai mille rapporti fosse finito in galera allora - invece di venire lasciato in circolazione, libero di continuare a offrire qua e là le sue rivelazioni - non si sarebbe arrivati a questo punto. Ma ormai è tardi per rimediare.

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