Vertice di Londra e Consiglio Ue. La linea cauta del governo. Salvini: "Troveremo l'intesa"

Meloni in forse domani al summit dei "volenterosi". Il leghista: "Investire in difesa? Su nostre aziende"

Vertice di Londra e Consiglio Ue. La linea cauta del governo. Salvini: "Troveremo l'intesa"
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Il governo segue la strada della prudenza e della cautela nelle ore cruciali della trattativa per la tregua in Ucraina. Sullo sfondo due passaggi decisivi: il Consiglio europeo della prossima settimana e il vertice dei volenterosi di domani a Londra. L'ordine partito da Palazzo Chigi è quello di affidarsi alla mediazione per centrare l'obiettivo. E soprattutto di evitare annunci (come insistere sulla possibilità di un invio di truppe in Ucraina) che possano irrigidire le posizioni di Washington e Mosca, i due principali attori con Kiev, al tavolo dei negoziati. Motivo per cui il presidente del Consiglio Giorgia Meloni non ha ancora deciso se prenderà parte o no domani al tavolo della coalizione dei volenterosi convocato dal primo ministro britannico Keir Starmer con Macron e gli altri leader europei. Il punto dirimente, ragionano a Palazzo Chigi, è semplice: se in quella riunione si deciderà di compiere un altro decisivo passo verso l'invio delle truppe in Ucraina allora Meloni si smarcherà. Se al contrario, si discuterà di spingere per un maggior coinvolgimento dell'Europa ai negoziati allora Meloni è pronta a sedersi e giocare la sua partita facendo leva sul canale privilegiato con Donald Trump. La proposta italiana viene messa sul tavolo dal ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Non una coalizione dei volenterosi», bensì una missione di pace dell'Onu, coperta da una risoluzione del Consiglio di sicurezza, del quale fanno parte anche Russia e Cina». Durante la giornata si vociferava di un aspro scontro tra la premier e il ministro dell'Economia Giorgetti ma da Chigi è subito partita una smentita ufficiale: «Piena sintonia».

La linea della prudenza impone anche di spegnere subito la polemica dopo l'ennesimo attacco russo contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una linea che, dopo le divisioni al Parlamento europeo, sembra mettere d'accordo tutti gli alleati del centrodestra. Al termine del Consiglio federale, il vicepremier Matteo Salvini smina il campo della maggioranza: «Sicuramente ci sarà una risoluzione unitaria in vista del Consiglio europeo». Ancor più esplicita la nota del Carroccio: «Sul fronte internazionale, l'intero consiglio federale ha confermato la posizione della Lega. Invito alla prudenza, no a deleghe in bianco su imprecisati eserciti europei, disponibilità a investire in sicurezza nazionale premiando le imprese italiane, priorità alla pace sostenendo gli sforzi sollecitati dagli Stati Uniti. Il Consiglio europeo del 20 e 21 marzo è il secondo passaggio chiave per Meloni. Il pre-partita si gioca in Italia con le comunicazioni della premier fissate per il 18 (Camera) e il 19 (Senato). Il centrodestra sta limando la bozza della risoluzione unitaria. Con due punti, condivisi da tutti: no fermo alle truppe in Ucraina e niente debito per il riarmo.

A conferma di ciò il tweet di Salvini: «Dire di voler riarmare l'Europa per arricchire aziende tedesche e francesi? No, se serve investire bisogna farlo per l'Italia - facendo lavorare aziende italiane - e senza compromettere la spesa per altri settori come la sanità e la scuola».

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