"Il tavolo inscenato dal presidente della Camera Fico è una copertura, la vera trattativa è sui nomi e si fa altrove". Non ha dubbi Lorenzo Castellani, politologo e docente di Storia delle Istituzioni Politiche alla Luiss di Roma. "Questo non è un contratto di governo anche perché non ci sono i big a trattare. Il vero negoziato tra Renzi, Zingaretti e Di Maio non è pubblico e si fa altrove. La verità è che si stanno scontrando sulle nomine per la composizione del nuovo governo, la partita è tutta lì".
E allora a cosa serve questa messinscena? "A prendere tempo. Renzi vuole prima provare a inchiodare gli ex alleati su un documento scritto e poi - dice Castellani - spera di poter così far fuori Conte. Se siamo d’accordo sui contenuti, allora li può attuare chiunque... Questa è l'idea del leader di Italia Viva". Un’idea che non piace agli altri partiti: Pd, M5S, Leu ed Europeisti (il gruppo di “responsabili” che si è aggiunto nelle ultime due settimane) hanno infatti indicato come unico nome per Palazzo Chigi l'ex premier. "Ma più passano i giorni, più Conte rischia", secondo il politologo. "Mattarella potrebbe, se non si trova la quadra, decidere di andare avanti e optare per la seconda scelta per la risoluzione della crisi: un governo istituzionale composto da grandi personalità. Penso a Mario Draghi, ma non è l’unico nome nella lista".
Se l'ipotesi di un Conte ter dovesse svanire e dovesse concretizzarsi davvero la seconda ipotesi, allora i problemi non sarebbero solo per il centrosinistra. "Così rischierebbe la spaccatura anche il centrodestra perché Forza Italia si è detta disposta ad appoggiare un esecutivo fatto da grandi nomi, ma le forze sovraniste restano scettiche, in particolare la Meloni ha in testa solo le elezioni".
Il tavolo delle trattative di Fico è comunque, per il docente della Luiss, "un fatto anomalo e fuori dall'ordinario". Perché? "Di solito i patti di legislatura sono messi a punto dal presidente del Consiglio incaricato. Qui non sappiamo ancora chi guiderà il governo". Ma c’è di più. "I contratti seri, come accade in Germania, si fanno dopo le elezioni tra partiti che non si conoscono.
Chi è seduto al tavolo delle trattative in Italia oggi invece ha governato per un anno e mezzo e sa benissimo quali sono le posizioni dell’uno e dell’altro". E così sarà difficile mettere d’accordo, per esempio, renziani e grillini sul reddito di cittadinanza o sulla Tav. "Tema sul quale è naufragato un altro contratto di governo, quello tra Lega e Cinque Stelle".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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