Milano. Ci ha messo tanta rabbia, oltre che disperazione, nel reagire. L'uomo, dopo averla afferrata con violenza per la gola, la teneva pressata con la foga e la forza del suo corpo contro una ringhiera, mentre le infilava le mani dappertutto alitandole pesantemente sul collo e intanto le sibilava nelle orecchie parole arabe sconosciute, ma dal suono sgradito. «Quando mi ha assalita stavo parlando tranquillamente al telefono con un'amica: non ho avuto tempo di pensare, ma solo di agire, ho tentato il tutto per tutto in quelle condizioni» confiderà più tardi questa 35enne brianzola agli uomini dei due equipaggi delle «Volanti» dell'Ufficio prevenzione generale della questura di Monza che l'hanno salvata dal violentatore e lo hanno anche arrestato.
Lei, infatti, davanti all'impeto impossibile da contenere del suo aggressore, ha cominciato a urlare con tutto il fiato che aveva in gola. Un grido che, in pieno giorno (era circa mezzogiorno di lunedì) e in pieno centro di Monza - via Pavoni, dove la donna stava camminando, è poco lontano dalla stazione ferroviaria della città della corona ferrea - non poteva certo passare inascoltato.
Gli equipaggi di due pattuglie della polizia infatti hanno sentito la richiesta di aiuto della vittima e, mentre l'assalitore della poveretta tentava la fuga correndo, gli agenti si sono precipitati in soccorso. Nel contempo il malvivente veniva bloccato una cinquantina di metri più avanti dopo che, resosi conto che non solo lo stupro era sfumato ma anche che, a quel punto, rischiava davvero grosso, prima di darsela a gambe, ha ruggito in faccia alla donna: «Vai, torna dai tuoi poliziotti di m...».
Portato negli uffici della questura per accertamenti si è scoperto così che si tratta di un 26enne di origine marocchina, con trascorsi per reati contro il patrimonio e la persona, ma che alle spalle ha anche vicende legate allo spaccio di droga. L'arrestato è domiciliato in città ed in attesa della definizione del procedimento di emersione, sospeso proprio perché pregiudicato.
Per la vittima, oltre all'inevitabile stato di shock, la prognosi è di 15 giorni, per contusioni a una caviglia. La donna ha poi formalizzato la denuncia in questura, così la procura di Monza ha attivato la procedura del «Codice Rosso».
Il 28 giugno, sempre a Monza e sempre in pieno giorno (anche quel giorno mancava poco a mezzogiorno), ma all'interno del Parco della Villa Reale, era accaduto un fatto analogo a quello di lunedì. Vittima un'altra brianzola 32enne che stava facendo jogging. E il cui stupratore è tuttora a piede libero perché non è stato rintracciato.
Anche allora erano bastati pochi attimi perché la mattinata della donna si trasformasse in un incubo. Un ragazzo tra i 20 e i 25 anni, di probabile origine magrebina o comunque africana (era di pelle olivastra-scura) e che indossava dei bermuda e una maglietta sportiva, le era infatti piombato addosso e, dopo averla gettata a terra, le aveva strappato gli indumenti.
Nel frattempo lui si era già abbassato pantaloni e mutande con l'evidente scopo di abusare di lei. Le urla disperate della donna terrorizzata ebbero l'effetto sperato, ovvero di mettere in fuga il suo assalitore, che si dileguò tra la vegetazione del Parco di Monza. Da allora però si sono perse le sue tracce.
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