Il virus circola, la malattia no. Il mondo toglie le restrizioni e l'Italia segue (con calma)

Parte domani la nuova fase della lotta al Covid, con la riapertura delle discoteche e l'addio alle mascherine all'aperto, che dovranno essere portate sempre dietro, pronte ad essere indossate in caso di folla

Il virus circola, la malattia no. Il mondo toglie le restrizioni e l'Italia segue (con calma)

Parte domani la nuova fase della lotta al Covid, con la riapertura delle discoteche e l'addio alle mascherine all'aperto, che dovranno essere portate sempre dietro, pronte ad essere indossate in caso di folla. Non è la vita pre-pandemia, ma il percorso verso la normalità è tracciato.

Lo dice pure l'ultimo report settimanale della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere con la rilevazione degli ospedali sentinella: «Siamo di fronte a una sorta di normalizzazione dell'epidemia: il virus continua a circolare e a infettare ma, in virtù dell'alta percentuale di soggetti vaccinati, non provoca la malattia», spiega Giovanni Migliore, presidente di Fiaso. Migliora la situazione dei ricoveri, sia nei reparti ordinari (-3,3%) che nelle terapie intensive (-7,7%), anche se aumenta (+5%) il numero dei pazienti che entrano in ospedale per altre patologie e risultano positivi al tampone pre-ricovero. Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, vede il sereno all'orizzonte. «Siamo in un tempo nuovo del Covid - dice - perché Omicron ha profondamente mutato le cose e c'è una percentuale altissima di vaccinati. Con questi numeri possiamo permetterci di affrontare in modo diverso una stagione nuova. Credo però che ci sia bisogno ancora di prudenza, di affrontare questa fase passo dopo passo, senza passi troppo lunghi che potrebbero metterci in difficoltà». Un segnale di questo ritorno alla normalità arriva dal via libera ai locali da ballo, il settore più penalizzato. Speranza ha fatto sapere agli addetti ai lavori che non servirà alcun provvedimento per riaprire le discoteche, basterà la scadenza oggi del provvedimento che ne decretava la chiusura. Una gran bella notizia, per Gianni Indino, portavoce nazionale del Silb-Fipe, il sindacato dei locali da ballo, che adesso punta a ripristinare anche le capienze. Ora si parte al 50%. Una percentuale che «non è compatibile con la sopravvivenza delle imprese», osserva Indino. Ma l'importante è ricominciare, poi si vedrà. Guardando all'estero, dove ci sono Paesi già pronti a dire addio a quasi tutte le restrizioni. Come la Gran Bretagna. Il premier Boris Johnson, confortato dal trend «incoraggiante» che ha visto un costante calo di contagi e ricoveri nelle ultime settimane, punta ad eliminare le poche misure rimaste in anticipo rispetto alla data prevista del 24 marzo, incluso - entro fine mese - l'obbligo di quarantena per i positivi. Il 21 febbraio Johnson presenterà la strategia per convivere con il virus.

Cambio di passo pure in Svezia, che ha deciso di rinunciare al ricorso ai test anti-Covid su larga scala anche per i sintomatici e in Danimarca, dove il numero dei test scenderà da 500mila a 200mila al giorno ed entro il 6 marzo non saranno più gratuiti. Il miglioramento della situazione sanitaria fa vedere positivo anche al governo francese, che sta pensando di revocare tra fine marzo e inizio aprile il pass vaccinale, l'equivalente del nostro super green pass. A patto, naturalmente, che per quella data si riduca il tasso di incidenza e si normalizzi la situazione negli ospedali.

Anche negli Stati Uniti si sta esaurendo la fase di piena epidemia.

È stato il virologo Anthony Fauci ad annunciarlo sul Financial Times, augurandosi che presto le restrizioni possano essere revocate. Il governatore di New York ha già cominciato togliendo l'obbligo delle mascherine al chiuso (tranne nelle scuole e sui mezzi pubblici) e per gli esercenti di chiedere la prova della vaccinazione.

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