"Voglio la borsa Vuitton. E la Maserati blu..."

Gli appetiti dei luminari coinvolti nel «Progetto Domino». Tra regali e vanterie

"Voglio la borsa Vuitton. E la Maserati blu..."

Milano Affari nobili e meno nobili, rivalità, diffidenze: per un anno intero le microspie della Guardia di finanza hanno registrato i traffici dei medici del «Progetto Domino».

HO UNA CERTA ETÀ

Carmine Cucciniello, primario di traumatologia correttiva al Pini: «Se dalla Svizzera arrivano 50mila euro fatturati sono contento (..) ho un'età in cui non me ne frega un cazzo di andare ai convegni a divertirmi, vado solo se è focalizzato a vendere 5mila steli».

LA GHIBLI BLU

Carlo Romanò, primario di chirurgia ricostruttiva al Galeazzi: «Presa, blu metallizzata, interni in cuoio, pelle estesa (...) con i cerchi in lega bruniti e pinze blu un po' elegantina. Lorenzuccio (Lorenzo Drago, responsabile del laboratorio di analisi, ndr) le ha prese rosse. Pacchiane».

LA MUCCA DA MUNGERE

Un socio di minoranza di Brenicci si lamenta per i 50mila euro di consulenze pagati a Drago e Roanò: «Volevo discutere di alcuni costi tipo le consulenze esterne.. eh tu lo sai.. Non può, non può essere una mucca da mungere». E Benicci: «Io mi sono anche rotto i coglioni del fatto che loro, con la loro immagine, cioè la loro immagine l'abbiamo già pagata 18 volte».

IL RESPONSABILE MONDIALE

Giorgio Calori, primario di chirurgia riparativa al Pini, festeggia con la direttrice sanitaria Paola Navone le prospettive di affari: «Ho avuto l'incontro con questa azienda che è la più grande del mondo, si chiama Heraeus e hanno voluto me, se mi faranno ufficialmente nominare responsabile mondiale del progetto, cazzo tu sei di fianco a me».

È IL PIÙ IMPASTATO

Brennici parla di Calori con Lorenzo Drago, «Figa, è presidente da tutte le parti (...) Giorgio è molto forte in questo momento qua, poi magari lo uccideranno, eh, però è molto forte (...) oggi è il chirurgo italiano più impastato che c'è, numero uno in assoluto».

NON VOGLIO LA VUITTON

Da un convegno, Calori chiama la moglie. «La Vuitton non ti piace?». «Ne ho un'altra un po' più grande, non ne ho bisogno, non devi spendere». «Stefi è possibile che me la regalino, e allora cazzo non rompere i coglioni».

SPUTO DI CAMMELLO

Paola Navone, direttore sanitario del Pini, difende la qualità dei dispositivi venduti da Brenicci: «Noi avevamo consolidato che come strumento di raccolta del campione infetto si usassero i MicroDTT.. gli altri usano le solite provette con sputo di cammello».

CHIEDIAMO A GUSTAVO

La Navone spiega a Calori la strategia per incontrare i vertici della Regione. «Quando torniamo andiamo da Gustavo (Cioppa, sottosegretario alla Presidenza, ndr), andiamo da Johnny Daverio (direttore generale del Welfare, ndr), se no vado io da Giulio (Gallera, assessore al Wefare, ndr)». Ed ecco il racconto successivo: «Sono andata da Giulio mentre c'era lì Maroni e Daverio e ho detto dottor Daverio si tratta di siglare una partnership fra noi quattro su un progetto molto carino, mi ha detto ma se è per così poco perché non me l'hanno detto subito?, e gli ho detto mi sosterrà?. E Giulio mi ha detto lei deve essere sostenuta a prescindere».

L'OSPEDALE FACILE

Brenicci al telefono con

Cucciniello: «Posso permettermi di dirti quello che penso da azienda? Il Pini è l'ospedale più facile del mondo, perché non ci sono gare, se sei amico di un chirurgo usi i prodotti che vuole, c'è tutto libero, tutto libero!».

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