Arianna Meloni afferra il microfono sul palco e non si fa pregare di parlare della sua «estate curiosa» che l'ha consacrata come un personaggio mediatico, spesso suo malgrado per gli attacchi politici e personali che ha subito da giornali ostili e dalle frange più giustizialiste dell'opposizione.
File di ombrelloni chiusi, allineati come spaventapasseri rinsecchiti sulla vasta spiaggia spenta da un vento autunnale che fa chiudere le cerniere dei giubbotti fino al mento. E, al precoce calare del buio, l'Adratico è puntinato da una pioggerellina fredda. Ma ci pensa lei a scaldare la festa regionale di Fdi al Lido degli Estensi, il trampolino per la grande sfida agli oltre cinquant'anni di dominio incontrastato della sinistra alla guida dell'Emilia Romagna. La sorella della premier si accalora ma senza perdere il controllo. «Le pressioni sono tante, è un periodo teso - sospira sul palco all'attesa domanda del condirettore di Libero Pietro Senaldi - Mi tirano in mezzo qualsiasi cosa succeda con narrazioni inventate ad arte. Qual è il gioco? Affondare Giorgia Meloni» cita la premier con il cognome.
Arianna, tailleur blu e sneakers, è la guest star attesa da dirigenti e militanti per lanciare la corsa di Elena Ugolini, la docente cattolica vicina al cardinale Matteo Zuppi che il centrodestra unito - su intuizione del viceministro Galeazzo Bignami, uomo forte del territorio - ha schierato contro il sindaco di Ravenna Michele De Pascale per conquistare la poltrona lasciata dal governatore uscente Stefano Bonaccini, transfuga in Europa. L'occasione è un dibattito con la candidata e i dirigenti di Fdi Pierluigi Biondi e Francesco Filini. Un duello che parte in salita, con uno svantaggio iniziale di 8 punti (De Pascale 52, Ugolini 44) in base al primo sondaggio commissionato dal Pd e atteso per oggi sul Resto del Carlino
Sotto il tendone circense di un lido-discoteca, generose porzioni di grigliata di carne e fritto misto di pesce volteggiano su grandi vassoi. E la voce rabbiosa di Rino Gaetano diffusa dagli altoparlanti come refrain ricorda a tutti che, nonostante i tempi bui, il «cielo è sempre più blu». Tocca ad Arianna Meloni, capo della segreteria politica e sorella della premier, mettere la faccia del partito di maggioranza relativa sugli ultimi casi che hanno scosso Palazzo Chigi. Ma sono le vicende pruriginose da vecchi rotocalchi a destare la sua attenzione per respingere insinuazioni e veleni. «Ci provano in tutti i modi, ma non ci sono riusciti. Hanno toccato tutte le persone vicino a Giorgia: me, Giambruno, Lollobrigida, il cane, il gatto C'è morbosità curiosa, invidia, ma noi non siamo ricattabili. Se ne facciano una ragione».
La dirigente non ha paura di fare i nomi dei personaggi colpiti dai pettegolezzi e crociate giudiziarie. A cominciare da suo marito Francesco Lollobrigida dopo la separazione estiva: «Lollobrigida fa il ministro perché è bravo e competente, non per altro. Rimpasto? Pietà, nessuno lo caccerà dal governo». Il caso Sangiuliano? «Vicenda chiusa e dolorosa. È stato un ministro onesto che si è voluto dimettere». La richiesta di condanna per Salvini. «Sono rimasta basita».
Arianna chiude evocando il Partito conservatore, il contenitore europeo che racchiude Fdi, come «capace di fare la differenza».
E non rinuncia a citare «Giorgia Meloni» con l'affetto e l'ammirazione della sorella maggiore che l'ha sempre protetta: «Una presidente del Consiglio che parla le lingue. Può servire molto al nostro Paese». Nessun interprete potrà fraintendere il messaggio: le sister Meloni non faranno passi indietro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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