Volenterosi per l'Ucraina: la Cina "valuta" di unirsi

I 30 leader attesi a Parigi. I diplomatici del Dragone sondano: la partecipazione può convincere Mosca, ma preoccupa l'Europa

Volenterosi per l'Ucraina: la Cina "valuta" di unirsi
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A Parigi «finalizzeremo il nostro lavoro per sostenere l'esercito ucraino». Così Emmanuel Macron prova a smorzare le diversità di vedute emerse anche con Londra, l'altro partner e potenza nucleare europea, che assieme alla Francia ha ipotizzato il dar vita a una «coalizione dei volenterosi» per tutelare l'Ucraina in un futuro dopoguerra. Resta dunque sul piatto l'idea franco-britannica di definire in anticipo le chiavi per un cessate il fuoco «credibile», affinché le condizioni di sicurezza chieste da Kiev siano garantite militarmente. Ma senza più escludere altri interventi sul campo: a partire dai Caschi Blu, assieme a contingenti europei.

Seppur molto lontano, il coinvolgimento delle Nazioni Unite nell'alveo di una più ampia missione (non necessariamente da approvare in Consiglio di sicurezza) da un paio di giorni è entrato prepotentemente nel solco del «piano» dei volenterosi; in fase di studio. E ieri, proprio attorno alla coalizione a guida franco-britannica che secondo la Bbc avrebbe già un nome - Multinational Force Ukraine (Mfu) - è giunta l'indiscrezione secondo cui pure il Dragone potrebbe unirsi alla trentina di Paesi occidentali. «I diplomatici cinesi a Bruxelles hanno sondato il terreno», riporta Welt am Sonntag, l'edizione domenicale del quotidiano tedesco Die Welt.

Per capire se davvero sia «auspicabile» allargare il perimetro a Pechino per definire una cornice di pace, gli sherpa si muovono. «La necessità per la comunità internazionale è di unirsi per sottolineare che non sarà mai tollerato il modificare in modo unilaterale lo status quo con la forza», ha affermato il ministro degli Esteri del Giappone Iwaya. Il tic tac del calendario - tornato in mani francesi dopo l'incontro di 31 delegazioni militari a Northwood, in Inghilterra, promosso da Starmer tre giorni fa - vedrà una trentina di leader giovedì a Parigi. Meloni compresa. Ma con un sempre più evidente iato tra gli interessi francesi e della Perfida Albione. Lo scopo comune dei «volenterosi» è «rassicurare» Kiev senza portare militari nelle ex aree contese. L'ipotesi di 30mila uomini è stata ridotta di 10mila unità rispetto ai roboanti proclami di Macron. Niente divise Ue schierate sui confini, ma semmai a protezione di porti e infrastrutture critiche dell'Ucraina, oltre a un paio di città esposte ancora agli attacchi russi, da presidiare, e garanzie inglesi per la difesa anti-aerea di Kiev e una task force navale sul Mar Nero.

Entro il 10 settembre, i cittadini ucraini residenti nei territori occupati dovranno acquisire la cittadinanza russa o lasciare l'area, rivela l'intelligence britannica, che denuncia l'ennesimo sforzo russo «per estirpare la cultura, l'identità e la statualità ucraina». Dunque: accelerare il forcing per un tavolo di pace con un piano più realistico. Da usare come grimaldello per accelerare il processo. Al summit è atteso anche Zelensky, che ha bocciato l'ipotesi Onu. Aspetti da chiarire a Parigi che si incrociano con il piano ReArm Europe. Una presenza militare del Dragone potrebbe indebolire la volontà «politica» dei «volenterosi» cui si potrebbe aggiungere la Lituania: secondo auspici francesi, la discesa in campo segna un punto a favore della difesa europea, non solo di Kiev. L'ingresso del Dragone ingolosisce e scoraggia al tempo stesso.

Da sostenitore occulto della guerra di Putin a facilitatore di un processo da circoscrivere sia nelle condizioni, sia sull'eventuale cessione di territori a Mosca, accrescerebbe davvero le possibilità che la Federazione accetti truppe a pochi metri dal suo confine? Sul tavolo, in parallelo, nuove «sanzioni» contro Mosca per «indebolire la macchina da guerra» del Cremlino e costringere Putin «a sedersi al tavolo negoziale», ha spiegato Starmer. Che non sembra disposto ad accettare a cuor leggero che sia l'alleato francese a intestarsi la paternità dell'operazione. O a dare le carte.

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