Volo dell'Air India manca l'atterraggio. Sedici vittime e 123 passeggeri feriti

Il velivolo, utilizzato per il rimpatrio dei cittadini bloccati all'estero per il Covid, si è spezzato in due. Tra i morti c'è il pilota

Volo dell'Air India manca l'atterraggio. Sedici vittime e 123 passeggeri feriti

È di almeno 16 morti e 123 feriti il bilancio dell'incidente aereo avvenuto ieri a Calicut (nella regione di Kerala) in India, dove un velivolo ha mancato l'atterraggio ed è uscito di pista spezzandosi in due tronconi, ma per fortuna non prendendo fuoco.

La dinamica dell'incidente, avvenuto all'aeroporto Kozhikode intorno alle 19.40 locali (le 16.10 in Italia), è in queste ore al vaglio degli inquirenti. Due al momento le ipotesi più accreditate: un problema ai motori o il mal funzionamento del carrello. Nella seconda ipotesi la pioggia battente, che ha reso la pista particolarmente scivolosa, potrebbe aver determinato il dramma. A bordo del velivolo dell'Air India Express, partito da Dubai, si erano imbarcati in totale 174 passeggeri, tra cui 6 membri dell'equipaggio, e tra questi i due piloti, e 10 bambini molto piccoli. L'aereo uscito fuori pista non era un volo di linea ma un velivolo dell'Air India adibito a collegamento speciale di rimpatrio per i cittadini indiani bloccati all'estero dal coronavirus. I voli internazionali da e per il Paese sono infatti sospesi fino al 31 agosto.

Come accennato, tra i morti figura il pilota, Deepak Vasant Sathe, un ufficiale che, come spiegano i media locali, aveva trascorsi nell'aeronautica militare, e vantava migliaia di ore di volo nell'aviazione civile. «Era un pilota meticoloso e di grande esperienza - ha spiegato il ministro dei trasporti Nitin Gadkari - abbiamo rivisto più volte con i nostri tecnici le immagini dell'incidente. Ora toccherà alla scatola nera stabilire una dinamica certa, ma l'errore umano non sembra al momento plausibile». Dalle immagini, comprese quelle provenienti dal portale Flightradar24, che evidenzia i tracciati di tutti gli aerei al mondo in tempo reale, il Boeing 737-800 ha iniziato le manovre di discesa verso l'aeroporto di Kozhikode, nel sud-ovest dell'India, dopo 3 ore e 25 minuti di volo. Una volta vicino alla pista di atterraggio il pilota del velivolo, che si trovava a una quota di circa 600 metri, ha deciso di rimandare le operazioni, preferendo optare per una riattaccata e preparandosi a un altro tentativo di atterraggio. Circa quindici minuti dopo, provenendo dalla direzione opposta a quella precedente il jet è atterrato, ma finendo poi fuori pista dove si è spezzato. La notizia sta facendo il giro del mondo e soprattutto dei social. Facebook e twitter stanno letteralmente impazzendo in queste ore in India per trovare eventuali parenti di una bimba molto piccola, sopravvissuta allo schianto, ma che avrebbe perso entrambi i genitori.

L'incidente di ieri ha purtroppo molti punti di convergenza con la tragedia dell'Air India del 1° gennaio 1978. Anche in quell'occasione il Boeing stava operando sulla rotta per Dubai. Il velivolo si schiantò a circa 3 km al largo della costa di Mumbai. Tutti i 213 passeggeri e i 23 membri dell'equipaggio a bordo persero la vita. Lo schianto fu causato dal disorientamento spaziale del capitano dopo il malfunzionamento di uno degli strumenti di volo nella cabina di pilotaggio.

Il 22 maggio 2010 un altro Boeing dell'Air India, sempre proveniente da Dubai, uscì di pista durante l'atterraggio cadendo in un avvallamento dove si incendiò. A bordo vi erano 160 passeggeri e 6 membri dell'equipaggio. I superstiti furono solamente otto.

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