"Un voto epocale contro le correnti che condizionano la magistratura"

Il presidente della Commissione Giustizia Ciro Maschio: "Verso il referendum confermativo nel '26"

"Un voto epocale contro le correnti che condizionano la magistratura"
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Il presidente della Commissione giustizia della Camera, Ciro Maschio di Fdi segue passo passo il cammino iniziale della riforma costituzionale della giustizia, che contiene la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri.

Che previsioni fa, dopo la seduta di Montecitorio che si è appena conclusa?

«Domani (oggi, ndr) si concluderà l'esame e si arriverà alla fine, con un voto storico. Sarà il primo passo importante dei quattro necessari per varare questa riforma attesa da trent'anni almeno».

La riforma dell'ordinamento giudiziario, è partita per ultima ma adesso sembra andare più veloce di quelle per il premierato e l'autonomia differenziata.

«Le tre riforme hanno seguito percorsi diversi e ci sono stati dei rilievi costituzionali in particolare su quella per l'autonomia che hanno aumentato i nodi da sciogliere sul percorso. Su questa della giustizia molti dubitavano che governo e maggioranza avessero la determinazione necessaria, invece sta arrivando dai fatti la conferma che questa determinazione c'è. Per noi è un'ottima notizia riuscire ad arrivare ad un traguardo che onora il programma del centrodestra».

La separazione delle carriere, tanto avversata da magistrati e opposizioni, va così speditamente che potrebbe vedere la luce prima delle altre riforme?

«Non lo escludo, anche se i tempi esatti non sono in grado di determinarli adesso. Ma sicuramente nell'iter costituzionale procederà senza alcuna esitazione».

Proviamo a farla qualche previsione su quando potrebbe essere varata la modifica della Costituzione.

«È facile prevedere che la riforma non otterrà in parlamento la maggioranza dei due terzi e quindi dovrà esserci il passaggio del referendum confermativo nel 2026. Credo che si potrebbero completare i quattro passaggi dell'iter costituzionale nei primi mesi del prossimo anno».

Quali sono i punti determinanti che rendono storica questa riforma?

«A parte la separazione delle carriere, si introduce il sorteggio secco per i componenti dei due Csm che nascerebbero per giudici e pm e questa innovazione è, insieme alla creazione dell'Alta corte disciplinare, un passaggio epocale».

Perché?

«Perché raggiungono l'obiettivo di liberare la magistratura dal condizionamento delle correnti, sia nella composizione dell'organo di autogoverno che nei procedimenti disciplinari. La Costituzione dice che il magistrato è soggetto solo alla legge, ma lo scandalo Palamara ha invece evidenziato che molti sono soggetti alle correnti, che decidono chi fa carriera e chi no. Bisogna invece garantire ai cittadini un giudice libero, autonomo, terzo ed imparziale».

Che risponde a chi dice che il sorteggio non garantirebbe la competenza?

«Una cosa è certa: le correnti non hanno garantito competenza né trasparenza, ma troppo spesso garantito la carriera solo a chi è asservito alle correnti stesse. Quindi, questo sistema non ha funzionato».

E chi vede il disegno di assoggettare i pm al governo?

«Non è assolutamente così.

Nel testo costituzionale viene garantita l'autonomia della magistratura anche nei due Csm e si è chiarito esplicitamente che non c'è nessuna intenzione di sottoporre i magistrati all'esecutivo. Queste critiche sono strumentali».

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