Il voto sulla Consulta accelera il rimpastino

In pole alla Corte il viceministro Sisto. Valzer di poltrone al governo, anche per il dopo Fitto

Il voto sulla Consulta accelera il rimpastino
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Si apre una settimana cruciale per il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, chiamata a chiudere due dossier caldi: l'elezione dei quattro giudici della Corte Costituzionale e il mini-rimpasto al governo, dopo il via libera a Raffaele Fitto alla vicepresidenza della Commissione europea. Due partite collegate, soprattutto se, come sembra, a spiccare il volo verso la Consulta potrebbe essere il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto. Una mossa, quella del centrodestra, che accorcerebbe i tempi per procedere al mini rimpasto nell'esecutivo.

Il primo passaggio si celebrerà giovedì alle ore 9 a Montecitorio quando il Parlamento si riunirà in seduta comune per votare i 4 nuovi componenti della Corte Costituzionale. Domani i tre leader del centrodestra, Salvini, Meloni e Tajani, si incontreranno per un vertice di maggioranza prima della seduta del Cdm. Si proverà a chiudere già giovedì. Al massimo non si andrà oltre la prossima settimana. Per due ragioni: si entra nella maratona per il via libera alla legge di bilancio e soprattutto il 21 dicembre scade il mandato di tre giudici, compreso il presidente Augusto Barbera. Mentre il posto dell'ex presidente della Consulta Silvana Sciarra è vacante da un anno. Con 11 componenti la Corte non può operare. Nel centrodestra sono cresciute a dismisura le quotazioni del viceministro Sisto, che in caso di elezione alla Corte, liberebbe due poltrone: da viceministro e da deputato. Si dovrebbe, infatti, rivotare nel collegio uninominale in Puglia. Gli altri due nomi di area centrodestra sono Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi e Ginevra Cerrina Cerroni, vicepresidente del garante per la Privacy, che entrerebbe in quota Lega. C'è un'altra opzione che gira negli ambienti di Fratelli d'Italia: Ida Nicotra, professoressa di diritto di Catania. Un posto spetta alle opposizioni. Nel campo del Pd sono due i nomi: Andrea Pertici di Pisa, docente universitario vicino alla segretaria Schlein e Tania Groppi, altra docente di Siena. Il M5s vorrebbe ripescare l'ex braccio destro di Giuseppe Conte: Roberto Garofoli. Soluzione che non piace al centrodestra.

Chiusa la partita a Bruxelles, con il via libera a Raffaele Fitto, a Roma si apre la trattativa per puntellare la squadra di governo. Nel caso in cui Sisto sbarcasse in Consulta, sul piatto finirebbe anche la poltrona di viceministro della Giustizia. In quota Fi potrebbe vantare qualche possibilità Pietro Pittalis, vicepresidente della commissione Giustizia. Le deleghe (Affari europei, coesione e Pnrr) di Fitto restano il centro della trattativa. Sembra una partita ristretta tra Meloni e Fratelli d'Italia. C'è la soluzione Belloni (foto): la direttrice del Dis (prossima alla pensione) assumerebbe tutte le deleghe, senza spacchettamento. In piedi c'è anche un'altra ipotesi: assegnare la delega (leggera) degli Affari europei a un sottosegretario. In questo caso si fa il nome di Ylenia Lucaselli.

Oppure l'altra soluzione prevede uno spacchettamento di deleghe tra i due sottosegretari alla presidenza del Consiglio: Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. Quest'ultima è un'ipotesi che però non piace proprio ai due sottosegretari, già sommersi da dossier delicati.

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