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La Wagner libera killer e stupratori, l'sos delle donne

La brigata mercenaria Wagner ha arruolato tra le sue fila migliaia di detenuti per combattere in Ucraina, offrendo in cambio il ritorno alla libertà, senza scontare il resto della condanna

La Wagner libera killer e stupratori, l'sos delle donne
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La brigata mercenaria Wagner ha arruolato tra le sue fila migliaia di detenuti per combattere in Ucraina, offrendo in cambio il ritorno alla libertà, senza scontare il resto della condanna. E adesso, dopo che molti di loro sono tornati a una vita normale dopo aver combattuto, in Russia scatta l'allarme lanciato dalle donne. Tra quelli che erano stati reclutati dalla milizia di Evgenij Prigozhin infatti ci sono molti che hanno commesso omicidi e violenze proprio contro le donne. E adesso, le vittime e le famiglie vivono nella paura di vedere tornare a casa i carnefici prima del previsto. L'allarme è stato raccolto dal britannico «Guardian» sollevando, tra l'altro un caso limite. Nel 2020 l'omicidio di Vera Pekhteleva scosse perfino un Paese come la Russia, dove la violenza contro le donne spesso è poco considerata. Vladislav Kanyus ha passato ore a torturare la donna prima di ucciderla, tanto che al processo è emerso che le ferite sul corpo della vittima erano addirittura 111. L'uomo venne condannato a 17 anni di carcere ma a metà maggio è stato arruolato dai Wagner ed è partito per il fronte, come testimoniano alcune foto che lo ritraggono in divisa. E ora potrebbe tornare a uccidere indisturbato, anzi, essendo considerato un eroe della patria. Tra i reclutati dei Wagner ci sono tra l'altro moltissimi condannati, oltre che per omicidio e altri crimini violenti, anche per stupro e altri abusi, le cui vittime sono ancora vive e ora sono di nuovo a rischio. «Abbiamo ricevuto tanti messaggi da persone spaventate.

Sanno che se gli uomini che le hanno tormentate tornano da questa guerra e ricominciano a picchiarle o addirittura a ucciderle, la polizia non farà nulla, perché ora questi uomini sono visti come eroi invece che stupratori o assassini», ha denunciato Alena Popova, un'attivista russa per i diritti delle donne.

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