Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha innescato un prepotente rally di Wall Street sulle attese per la messa in campo delle misure fiscali ultra-espansive a sostegno delle imprese. L'appetito per il rischio ha spinto l'S&P500 e il Dow Jones a toccare i nuovi massimi storici. A fare la voce grossa sono stati i colossi bancari con guadagni fino all'11% per Jp Morgan (il cui ceo Jamie Dimon rimarrà alla guida della banca declinando la possibilità di un ruolo apicale nella futura Amministrazione Trump) e dell'8% per Bank of America. In volata Trump Media, società del tycoon che controlla il social Truth. L'esito elettorale ha messo le ali anche a Tesla (+15%) il cui ceo Elon Musk è stato il principale finanziatore della campagna elettorale di Trump. Secondo Dan Ives di Wedbush il probabile taglio degli incentivi alle auto elettriche può rivelarsi «un aspetto molto positivo» per Tesla che ha un chiaro vantaggio competitivo. In aggiunta i dazi potrebbero tenere lontani i player cinesi quali Byd e Nio .
Sull'obbligazionario sono emerse invece convinte vendite sui Treasury statunitensi con il conseguente aumento dei rendimenti. Le politiche fiscali espansive e i dazi andranno potenzialmente a innescare un ritorno delle pressioni inflazionistiche, frenando il percorso di discesa dei tassi intrapreso dalla Fed. Gli analisti escludono però che la politica monetaria della banca centrale subirà una variazione nel breve termine. Sul valutario c'è stato un deciso rialzo del dollaro.
La vittoria del candidato repubblicano ha scatenato anche un prepotente rally del bitcoin. La maggiore criptovaluta al mondo si è spinta per la prima volta sopra i 75.000 dollari. Durante la campagna elettorale Trump ha palesato a più riprese un forte sostegno verso gli asset digitali e si è impegnato a fare degli Stati Uniti un hub globale degli asset digitali, creando una riserva strategica di bitcoin e nominando regolatori favorevoli al mondo digitale.
Vendite invece sulle piazze europee (-1,5% Milano).
L'Eurozona rischia di essere vittima, insieme alla Cina, della nuova ondata di dazi e con il possibile incremento dell'inflazione che andrebbe a complicare il quadro di politica monetaria per la Bce. In forte calo i settori più ciclici come le banche e le utility più esposte alle politiche green.
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