"Ma lo Zar vuole vincere la sua guerra mondiale: vive nel mito sovietico"

Il saggista: "È convinto che l'Urss da sola abbia sconfitto il nazismo. E cerca di replicarla"

"Ma lo Zar vuole vincere la sua guerra mondiale: vive nel mito sovietico"

Michel Eltchaninoff, nato a Parigi nel '69 in una famiglia di origini russe, docente di filosofia russa, nel 2016 ha fondato Les Nouveaux Dissidents. Nel suo nuovo saggio, appena pubblicato da e/o, si è calato Nella testa di Vladimir Putin. Alle radici del suo pensiero e della sua politica, che affondano, anche, nel retaggio sovietico, come dimostra l'importanza data ieri alla festa del 9 maggio.

Quando e perché ha deciso di scrivere questo libro?

«Appena dopo la rivoluzione di Euromaidan in Ucraina, l'annessione della Crimea e il sostegno del Cremlino ai separatisti del Donbass nel 2014. Constatavo una nuova tappa di quello che, nella mia testa, chiamavo il putinismo: non solamente le azioni politiche di un uomo di stato vigoroso e razionale, ma la volontà di fare aderire i russi e molti dei cittadini del mondo a una ideologia, secondo la quale la Russia non è solo un Paese tra gli altri ma un'idea, un movimento, che occorre seguire per costruire un mondo post occidentale e post democratico».

Lei dice che Putin ha una filosofia, basata su tre livelli. Quali?

«Siccome da 22 anni Putin parla molto, e spesso, ho tentato di ricostruire, come un archeologo, le linee direttrici del suo pensiero. Ho visto uno strato rosso, sovietico, determinante fin dalla sua infanzia; poi un conservatorismo antimoderno e molto basato sulla questione della famiglia eterosessuale e della religione; infine, l'idea di una via russa specifica, un cammino che la Russia deve seguire e che è molto differente dalla formula democrazia più economia di mercato scelta dall'Occidente».

Quanto è importante la sua eredità sovietica?

«È determinante, e lo si vede bene oggi, quando presenta la guerra in Ucraina come una difesa contro i cosiddetti neonazisti. Putin non ha mai creduto al socialismo o al marxismo leninismo, ha sempre approvato l'idea di arricchirsi, anche al prezzo di depredare il popolo russo, ma è fedele a quello che è l'homo sovieticus».

Che cosa lo caratterizza?

«L'esaltazione della grandezza della nazione plurietnica sovietica, capace di vincere il nazismo e di confrontarsi con l'Occidente detestato. Ha sempre ammesso una nostalgia dell'Urss e dei suoi valori come il militarismo, l'idea di impero e un patriottismo esacerbato».

Putin accusa l'Europa di decadenza.

«Putin chiama decadenza la possibilità di unioni omosessuali, il rifiuto di fondare l'etica sulla religione, l'oblio dei valori superiori in nome della società di consumo, la debolezza dei dirigenti politici. Ama mostrarsi come il bad boy della politica mondiale, nemico del politicamente corretto e virile. Il problema è che, come si vede con la guerra in Ucraina, la vita politica non è un cinema».

Com'è la «Via russa» che immagina?

«La Via russa è un ritorno alle origini della cultura russa, fondata sulla vita contadina locale e le virtù del cristianesimo ortodosso, in rapporto a un supposto declino occidentale. Si incarna anche nell'ostilità verso un Occidente visto come geloso della vitalità russa. La visione della storia che ha Putin è quella di una espansione ostacolata dai suoi nemici, come ha ripetuto qualche giorno prima di lanciare l'offensiva in Ucraina: Non hanno che un obiettivo: impedire lo sviluppo della Russia. Lo faranno come lo facevano prima, semplicemente perché noi esistiamo».

Scrive che Putin è ossessionato dalla Seconda guerra mondiale. Come si vede dall'enfasi sul 9 maggio.

«Per Putin, è stata l'Urss da sola che ha salvato l'Europa e il mondo dal nazismo, al prezzo del sacrificio della sua popolazione. Il suo stesso padre fu ferito durante l'assedio di Leningrado: è cresciuto nell'esaltazione del racconto della guerra. Oggi nei suoi discorsi di guerra resuscita il mito dell'esercito di liberazione che combatte i nazisti senza pietà. È come se avesse perso il rapporto col reale e continuasse a rituffarsi senza freno in una mitologia sovietica».

Vuole combattere la «sua» Seconda guerra mondiale?

«Sì, vuole in qualche modo rivivere quello che non ha vissuto da bambino: la guerra mondiale.

È per questa ragione che considera l'Ucraina come un elemento fra altri di questa guerra: secondo lui sono gli occidentali che hanno fatto dell'Ucraina una anti Russia, con l'obiettivo di attaccare la Russia in futuro con un'arma nucleare. È totalmente falso, ma è il film che Putin ha scelto per rilanciarsi politicamente, a 70 anni: una sorta di ascesa estremista, evidentemente molto pericolosa per la pace nel mondo».

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