
Estromesso, almeno per il momento, dalle decisioni più importanti sul futuro dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky si aggrappa a quello che può, e dopo aver invitato il rappresentante speciale di Trump per l'Ucraina Keith Kellogg (giovedì arriverà a Kiev) sul fronte di guerra, ieri ha rivelato quali saranno a suo dire i Paesi che Putin potrebbe attaccare da qui all'estate in un'escalation che forse, in questa fase, è soltanto nella sua mente. «La Polonia e il Baltico rischiano grosso, perché il terrorista del Cremlino non ha alcuna intenzione di fermarsi. Mai gli consegnerei i territori che ha occupato. Non giocheremo secondo le sue regole».
Il presidente ucraino, convinto che le sue truppe, sul lungo periodo, potrebbero addirittura vincere il conflitto, commenta poi l'attacco nella notte di un drone russo, che ha danneggiato la centrale termica di Mykolaiv, lasciando senza riscaldamento 100mila civili. «Quanto accaduto non ha nulla a che vedere con i combattimenti e la situazione al fronte. Dimostra semmai ancora una volta che i russi stanno colpendo il nostro popolo. Non è questo che fanno coloro che vogliono davvero che la pace venga ristabilita». Zelensky ha anche ricordato che dall'inizio del conflitto sono morti 46mila soldati, feriti 380mila e ha ribadito che i russi hanno deportato circa 20mila bambini nel loro Paese. L'establishment di Kiev nel frattempo si sta preoccupando per il recente attacco al rifugio della centrale nucleare di Chernobyl. I danni al sarcofago di protezione sono importanti, ma non sono stati rilevati cambiamenti nei livelli di radioattività. L'esplosione del drone kamikaze, che gli ucraini sostengono essere russo, ha aperto un buco di 6 metri di diametro nella struttura di acciaio e cemento costruita attorno al reattore numero 4 dopo il disastro del 1986.
Come risaputo il tavolo negoziale dovrà tener conto delle operazioni di campo, che vedono la Russia in netto vantaggio su tutti i fronti. Le truppe di Mosca hanno ripreso il controllo nel distretto di Khomutovsky, un punto strategico nel Kursk, consolidando così una posizione cruciale per la riconquista della regione. L'esercito di Kiev ha affermato domenica di aver riconquistato la città mineraria di Pishchane, nel Donetsk, a circa 5 km a sud di Pokrovsk, sperimentando per la prima volta munizioni M712 Copperhead americane. Tuttavia Mykola Chumak, comandante della 110a Brigata meccanizzata Bezrucko ha fatto sapere che i suoi uomini «si sono ritirati in alcune aree per evitare l'accerchiamento», perdendo il controllo dell'autostrada per Dnipro. Zelensky è preoccupato, tant'è che ha sostituito per la terza volta in un anno il comandante della formazione militare responsabile della difesa del Donetsk. In questo momento i soldati di Mosca stazionano a soli 15 km dalla confinante regione di Dnipropetrovsk.
Trovarsi i russi nel cuore dell'Ucraina durante i colloqui di pace toglierebbe a Kiev parecchio potere nelle ipotetiche trattative.È di 4 morti il bilancio dell'attacco di un drone ucraino che nel Belgorod ha colpito auto su cui viaggiavano civili.
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