È un animale da palcoscenico, Volodymyr Zelensky. Nel senso buono del termine. In un momento tragico come il conflitto contro la Russia, il presidente dell'Ucraina è riuscito a stravincere la sfida comunicativa e a tenere i riflettori accesi sulla sua figura e su ciò che agli occhi dell'Occidente rappresenta: la resistenza patriottica.
Tralasciando il fatto che il sacrificio per l'amor di patria sia stato, proprio nell'Occidente stesso, considerato un falso idolo dalle stesse élite che ora ne tessono le lodi purché sia in chiave anti-russa, a Zelesnky va riconosciuto il merito di saper padroneggiare i canali mediatici con straordinaria efficacia. Domani un assaggio di questo talento lo concederà anche agli italiani, visto che dovrebbe intervenire nella mega-kermesse organizzata a Firenze dal sindaco Dario Nardella: "Cities stand with Ukraine".
Dalle 15 su un maxischermo 4x6 metri in piazza interverranno i primi cittadini delle principali città europee, e anche quello di Kiev, l'ex pugile Vitali Klitschko. Oltre a loro, tanti leader politici moderati da Camila Raznovich, showgirl figlia di un architetto argentino di origini ucraino-ebraiche. Da New York dovrebbe partecipare pure Sting.
E a quanto pare dovrebbe esserci in collegamento anche Zelensky.
È stato celebrato da ogni punto di vista, persino quello militare (anche se in questo campo ci sono fior di coordinatori che guidano le operazioni e che la guerra la conoscono bene). Ma la verità è che Zelensky da quel fatidico 24 febbraio ha indossato le vesti dell'advisor, del responsabile della comunicazione esterna di un Paese che invoca disperatamente l'aiuto dell'Occidente per uscire fuori dal baratro. Siccome i soccorsi non arrivano, Zelensky si è scatenato, tenendo discorsi dall'alto contenuto emozionale a funzionari e legislatori nel Regno Unito, in Canada, in Europa (al Parlamento Ue e nei singoli Paesi), in Georgia.
La sua è una voce che circola nell'etere, quello internazionale, ma sui campi di battaglia i frutti non si vedono. Dall'Occidente alle truppe ucraine arrivano armi, dotazioni, carburante, informazioni di intelligence, uomini (ma solo contractors privati, circa 20mila). Forniture importanti, gestite da Bruxelles e poste sotto il coordinamento di italiani e francesi che rispondono direttamente all'Alto Commissario UE Joseph Borrell. Ma la guerra così non si vince.
Zelensky chiede da giorni alla NATO una no-fly zone impossibile da stabilire senza il rischio di guerra nucleare; chiede jet che non possono essere forniti per lo stesso motivo (e che, anche fosse, sarebbero vecchi MIG incapaci di rovesciare la superiorità aerea dei russi); chiede l'entrata d'urgenza dell'Unione europea, ipotesi mai presa seriamente in considerazione.
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